Cara è la fine...ci annusano ormai,sentono il lezzo del panico che spruzza in freddi sudori il terrore che c'è.Non glieli daremo per ungersi dei nostri mali stillanti le mani avide:che ci tocchino morti, secchi e gelidi.Oh, non piangere,urla piuttosto e lasciamo di noi un ricordo toccante.Stringiti a me,ringhiagli addosso e poi sparami mentre io sparo a te.Dieci pistole spianate e dieci sguardi ruvidi e tesi che puntano qui dentro l'auto, e la corsa finisce così. Cara è la fine...perdonami.Oh, non piangere,urla piuttosto e lasciamo di noi un ricordo toccante. Stringiti a me,ringhiagli addosso e poi sparami mentre io sparo a te. Ci vogliono vivi e colpevoli...ma che vita è una cella? Avremo di più:quella stella che un giorno mi donasti, lassù.Oh, non piangere...

lunedì 28 marzo 2011

X Giornate di Brescia - Quinto Giorno

"Combattimento a Porta Torrelunga" Faustino Joli (Brescia 1814 - 1876) olio su tela.
L'inferno di Torrelunga

Brescia, martedì 27 marzo 1849

di Mordecai (trad: Morto per via dei calli, copyrighrt v.r.) Williamson

Il mese di marzo, a Brescia, non lo si capisce mai fino in fondo. Sole e pioggia s'alternano con grande facilità e senza alcuna logica apparente. Ieri, per esempio, pioveva a dirotto sulle barricate e sulle case della città, al quinto giorno di insurrezione. Alle due, le campane di S. Maria Calchera lanciano il segnale d'allarme a cui tutte le altre rispondono “a stormo”. Al martellìo si unisce il suono dei tamburi e il grido dei cittadini guerrieri: “a Torrelunga, a Torrelunga!”. Il comitato di difesa dopo aver incassato la presa di distanza del Consiglio (ne parliamo qui a lato) mantiene la gestione e il coordinamento operativo delle azioni militari trasferendosi a palazzo Bargnani. Ad un giorno glorioso (il 26 marzo) ne succede un altro forse ancora più glorioso. La città resiste al secondo tentativo austriaco di sfondamento delle difese: porta di Torrelunga resta sbarrata per le milizie imperiali.

Il Giuramento
Nei giorni scorsi, le truppe di Nugent hanno subito una dura lezione. Così, accampati a Sant'Eufemia, prima di riprendere le ostilità, preferiscono attendere l'arrivo dei rinforzi da Verona. Intorno alle 14, forte di 4,000 soldati e 5 pezzi di cannone, Nugent muove verso la città e comincia l'attacco concentrando il fuoco su Porta Torrelunga. La marcia delle truppe imperiali verso Brescia, non è certo una passeggiata, bersagliate come sono, dalla “Banda Boifava” nascosta sui Ronchi. In città, si predispongono barricate e barriere a Porta Torrelunga e sulla piazza del mercato dei Grani, mentre gli austriaci, trascinata l'artiglieria sopra il colle della villa Maffei, scatenano l'inferno.

Contemporaneamente il Castello, “da quattordici bocche, vomita incessantemente bombe, palle infuocate e razzi. Sembra che un vulcano si sia rovesciato su quella povera città. Chi dall'esterno contempla quello spettacolo d'orrore ne piange il destino come se dovesse fra poco vederla in cenere col sacrificio, di tutti i cittadini”. Anche Leske punta alla porta difesa dai bresciani che si trovano così chiusi tra due fuochi. Nessuno pensa di ritirarsi, anzi i cittadini accorrono “quasi che fossero convenuti a festa”. Lo spirito dei bresciani resta alto. Accade così che – nonostante le esplosioni, i proiettili - le grida di gioia eccheggino ovunque. Ad ogni bomba, i bresciani non si scompongono e gridano “Viva l'Italia!” mentre i ragazzini, quasi per gioco, corrono in giro a raccogliere le palle che ormai giacciono innocue a terra.

L'attacco dura quattro ore. Piovono bombe, quasi subito seguite dai razzi che appiccano numerosi incendi agli edifici cittadini. Nessun problema per i bresciani che guardano ai colpi dell'artiglieria austriaca con il sarcasmo di chi è abituato a rimboccarsi le maniche: “guarda un po', a la tal casa o alla tal'altra, hanno acceso il sigaro!”. Questo dicono prima di precipitarsi a spegnere le fiamme e a soccorrere i feriti senza badare alla pioggia infernale, quella di piombo.

PORTA TORRELUNGA – Le vedette appostate ormai hanno capito come funziona: appena vedono fiammeggiare il cannone, gridano: “La viene!”. I destinatari dei "doni" imperiali si buttano a terra per poi balzare di nuovo in piedi, più determinati di prima, e rispondere a tono alla voce dei cannoni. È scritto nell'animo di questa gente d'essere indipendente, nel senso di farcela con i propri mezzi senza cercare favori o creare disturbo ad altri, così nemmeno i feriti si azzardano a turbare “la festa di guerra”. Una scheggia strappa improvvisamente il braccio sinistro di un ragazzo che rimane in piedi barcollando, si regge giusto il tempo di scaricare il fucile col braccio destro per poi cadere gridando: “Viva! mi resta un braccio per la spada; mi faranno capitano!”. Viene sepolto poco dopo.

Un altro, a cui un proiettile ha forato una coscia, sorride guardando la ferita: “Ih! che bel buco! ma io non voglio lasciar il ballo per questa miseria”. A forza, i compagni lo trasportano in ospedale. Cosa che invece non riesce con un altro giovane a cui era entrata nelle carni un'altra palla di fucile. I compagni gli dicono di ritirarsi e curare la ferita, ma il ragazzo esclama: “Come? Proprio ora che son maschio mezza volta più di voi?” E fattosi levare la palla rimane al suo posto.

Dopo un'ora sia assalitori che assaliti capiscono una cosa: l'artiglieria fa più fracasso che danno. “Scema la baldanza degli uni, e cresce la voglia di combattere degli altri” che notando il silenzio delle bocche da fuoco di Nugent chiedono il permesso di sortire a caccia d'austro-ungarci: “e vi fu gran ressa alle porte, volendo ognuno uscire tra i primi”. Per aprire i cancelli bisogna però esporsi muovendosi oltre le barricate. È il comandante Speri a scattare per primo. Vuole spalancare la porta da solo, ma “moltissimi accorrono a fargli da scudo contro le palle nemiche”. Ai presenti pare un miracolo che nessuno degli scudieri del comandante riporti ferita alcuna, ma più di tutto colpisce la lealtà di questi ragazzi (“soldati da due giorni”) nei confronti di un comandante che non impone vincoli di disciplina e obbedienza.

LA SORTITA - Circa 200 bresciani, escono dalla porta e corrono contro la linea degli Imperiali vedendola rompersi e ritirarsi. In breve sono addosso alla retroguardia austriaca, facendone strage. Per poco, i nostri, potrebbero impossessarsi di due pezzi di cannone, “il che sarebbe accaduto se fra i combattenti, non fosse sorta l'idea d'impossessarsi, non solo dei cannoni, ma anche dei cavalli”. Scacciate da Rebuffone, le truppe di Nugent vengono inseguite oltre a S. Francesco di Paola. Qui congiuntisi con la Banda Boifava, i bresciani respingono gli imperiali fino a S. Eufemia. Potrebbero spingersi ben oltre San Francesco, ma ai capi pare più saggio ritornare al sicuro (si fa per dire) tra le mura cittadine.

NON SOLO TORRELUNGA – Non mancano gesti d'eroismo anche su altri “fronti”. Alcuni cittadini, armati di carabine (stutzen), "salgono dalla torre del popolo per colpire più facilmente gli artiglieri del castello" e parecchi di questi cadono sotto i loro colpi. Un altro drappello s'inoltra nel recinto della Pusterla e da lì ingaggia un combattimento serrato con le sentinelle di vedetta sulle mura. “Quattro valorosi ebbero perfino l'ardire di piantare una spingarda (foto) di contro alla porta principale del Castello per tentare di abbatterla sparando a mitraglia”.

VENGANO A PRENDERCI CASA PER CASA... - Sotto la tempesta di bombe, molti cittadini si aggirano con piglio furibondo per le vie di Brescia e cercano di incoraggiare la popolazione a fortificare in ogni modo le proprie case. “Nell'assurda ipotesi di entrata del nemico, spingete dalle finestre ciotoli, tegole, materie incendiarie, olio bollente, cenere, mattoni, mobili; venga così il nemico costretto a ritirarsi immediatamente da tanta ruina e morte certa”.


I DANNI DEI CANNONI – I bombardanti dal Castello non guardano in faccia nessuno. Colpiscono la cattedrale, il municipio, i campanili e l'ospedale (“quattro scoppi di grosse bombarde – fa sapere il Comitato – sono stati segnalati nei pressi dell'ospitale civile, illesi pazienti”). Due bombe cadono sul peristilio del teatro, una sul caffè Isacchi (crollato, fortunatamente senza vittime); vengono poi abbattuti i tetti di tre case vicino al municipio, di una al Granarolo e di altre a S. Caterina, S. Nazzaro e sul corso degli Orefici. Secondo il Comitato di difesa, “cinquecento (ma c'è chi parla di 700, ndR) tra palle da cannone e bombarde furono dal nemico spinte in città; ma, eccetto i danni alle case, non offesero persona alcuna” (quest'ultimo dato resta da confermare). “La zuffa, il trarre delle artiglierie, il rintocco delle campane durò sotto un continuo diluviare sino a cinque di sera”.

Gli eroi di Torrelunga però non sembrano soddisfatti e tentano un'ultima sortita con il favore delle tenebre. Un vivissimo fuoco illumina la notte prima del rientro definitivo dei nostri che avviene non senza qualche perdita. Finisce “una giornata che formerà la meraviglia de' più lontani posteri (siamo noi! ndR). Una giornata, a descrivere la quale ci vorrebbe la penna di Dante, e non questa nostra, che non trova espressioni adatte per render al vero colore energia, attitudine eroica - una giornata piena di vita nuova, di compiacenza, di trepidanza, di gioia, memorabile, senza esempio nella storia”.

Anche Leske fa cessare “la sinfonia delle sue artiglierie”. La Vittoria arride ai cittadini ribelli che, anche ieri, “senza essere condotti da militari provetti, posti fra due fuochi, stettero sempre fermi ai loro posti, mostrando un sangue freddo ed un valore degno di tempi migliori”. Cessato il fuoco, il Comitato di difesa scrive al comandante Leske: “se continuerete a bombardare gli ospedali – si legge nella missiva – non risponderemo della vita degli ammalati austriaci (748 secondo il Comitato, ndR) ricoverati”.
La notte trascorre rischiarata dalle luminarie. Le porte sono guardate a vista. È un'altra giornata di gioia per Brescia, le canzoni popolari italiane cantate in coro da diversi gruppi, qua e là sparsi per le contrade, diffondono tra i cittadini una allegria commovente. Nessuna nuova è giunta dal Piemonte.

FONTI:

Per testimonianze, immagini e atti ufficiali:
http://www.brescialeonessa.it/xgiorni/start.htm  

Testi e testimonianze tratte da:

- Cesare Correnti, "I Dieci Giorni dell'Insurrezione di Brescia"
- Felice Venosta, "Il martirio di Brescia: narrazione documentata"
- Anonimo Bresciano, "STORIA DELLA RIVOLUZIONE DI BRESCIA DELL'ANNO 1849",
- Lucio Fiorentini, "Le Dieci giornate di Brescia del 1849"
- Fausto Lechi, "Avvenimenti accaduti in Brescia nel marzo 1849", Brescia 1929
- (Sonetti) "Le Des Zornade del Quarantanof, Cento Sonecc en dialèt Bressà", Brescia 1902, raccolti da Eugenio Paroli.

25 commenti:

well don my doggy ha detto...

molto interessante...farete una collana alla fine delle puntate?...clap,clap faria'!

presi per i fondelli ha detto...

scusate...tutto bello e tutto avvincente però vorrei solo far notare che nella brescia di oggi e in particolare nel bresciaoggi di oggi (sito) il limone pazzo di sabbio è ancora lì!...è una presa in giro! non è stato rimosso è ancora lì nella FOTONOTIZIA n°4...ci fosse ancora in giro uno SPERI queste cose non succederebbero

Loredano Scellerata Pazzeschi ha detto...

Non c' è verso di liberarsi di quel limone.

Scriviamo a Napolitano.

Gaetano ha detto...

Ottimo "reportage".

Ben altri bollettini ha detto...

Dal sito del governo italiano, precisazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 24.03.2011:

"Il resoconto fornito da alcune agenzie di stampa in merito alla cena di ieri sera del Presidente Berlusconi con il gruppo dei Responsabili è ricco di fantasie e imprecisioni. In particolare, il Presidente non ha cantato alcuna canzone."

Ma chi se ne frega!

Antinuclearisti vincono in Germania ha detto...

La foto del limone si intitola:"Un Limone italiano di ritorno da un viaggio premio a Chernobyl".
Nel frattempo alle ultime elezioni in Germania, i tedeschi hanno chiesto chiaramente di chiudere con il nucleare, e subito (vedi link).
Se continua così, anche i verdi italiani si devono preparare a vincere le prossime elezioni.

Follia nucleare ha detto...

Quel limone è tutta pubblicità anti-nucleare.
Agli anti-nuclearisti non servono spot publicitari per convincere tutti della follia nucleare. E' sufficiente la Realtà!

I love you Bianca ha detto...

Bianca Balti, nuova testimonial di TIM, al giornale Vanity Fair:

«Tutto il mondo ci prende in giro per Berlusconi. All'inizio mi incazzavo e rispondevo a chi ci attaccava: senti chi parla, voi avete Bush. Adesso cerco di ragionare e spiego che l'Italia non è solo e tutta Berlusconi».

Il commento di Sua Volgarità Alessandra Mussolini:

"Non ci posso credere che la testimonial della Tim abbia veramente detto una cosa simile..."
(Perchè? Non ha insultato nessuno, ha espresso una libera opinione)

"...Si è dimostrata poco intelligente politicamente..."
(Perchè???)

"...Spero che la Tim la licenzi immediatamente..."
(Ma percheeeeeè???)

"...e si riprenda Belen: ha insultato la maggioranza degli italiani che con convinzione ha votato il nostro premier, dimostrandosi poco intelligente. E lo ha fatto dopo che Berlusconi ha vinto anche sul fronte della crisi libica..."
(Non ha insultato nessuno, in realtà. Cosa ha vinto Berlusconi?)

"Si vergogna di essere italiana? Vada in Francia, con la Bruni a suonare la chitarra..."
(Non ha mai detto di vergognarsi di essere italiana)

"...lo spot è brutto, lei sembra un manichino...licenziamento immediato, anche perché non se ne accorgerebbe nessuno: ARRIDATECE BELEN"

Alè, e brava buzzicò!

Mara ha detto...

la solita vaiassa

Anonimo ha detto...

Scusate, ma non è colpa del limone, è solo un agrume. Qui c'è la pervicaciueueue volontà del giornale di lucrare siulla defpormazione.

Comprate un altro giornale, ce ne fossero...

Concetti terra terra ha detto...

Immaginate come si deve sentire un contadino, abituato a dare da mangiare ai bresciani i prodotti dei suoi campi, quando sente che l'acqua di Tokio è contaminata ed è inutilizzabile!
Come farebbe lui ad irrigare i propri campi con acqua contaminata se sucedesse qualcosa del genere qui da noi?
Che cosa darebbe da mangiare ai bresciani e agli animali da pascolo in quel caso? Cibo radioattivo tossico e mutageno?

Cazzo D' Alce ha detto...

Sciacalli di merda, crepate:

"«FALSI TERREMOTATI A FORUM»
Dalla Chiesa: una menzogna
L'assessore contro gli elogi «organizzati» per il premier sulla ricostruzione
(...)
Venerdì 25 marzo su Canale 5 «Forum» affronta una causa tra moglie e marito, abruzzesi separati che si presentano come Marina e Gualtiero. La donna ha dovuto chiudere l'attività di abiti da sposa e chiede al coniuge 25 mila euro per rilanciarla. Lui rifiuta, dice che L'Aquila è distrutta e l'investimento fallirebbe. Marina però insiste, sostiene che «tutte la attività hanno riaperto» e per due volte loda Berlusconi: «Vorrei ringraziare, non lo so se posso, il presidente... Non ci ha fatto mancare niente». E la Dalla Chiesa: «Il governo, certo». Riprende Marina: «Questi hanno la casa coi giardini, coi garage...». Il marito si oppone, per lui «L'Aquila è tutta una maceria». E lei: «Non è vero, sta tornando come prima».

La conduttrice ringrazia Guido Bertolaso e pazienza, dice, se si attirerà «le ire di tutti». E quando si spegne l'applauso per l'ex capo della Protezione civile, la signora Marina mette a dura prova la pazienza dei sopravvissuti: «Dentro gli hotel sono rimasti in tre, quattrocento. E gli fa pure comodo. Mangiano, bevono e non pagano niente, pure io ci vorrei andare». I blog si scatenano. «Io sono di Popoli - scrive Alessio - e posso confermare che la signora è di qui, ma non fa la sarta e quello non è il suo ex marito».
(...)
«No, io non ci sto, sono sempre stata equidistante - smentisce Dalla Chiesa -. Ho fatto puntate interi sugli aiuti, ho persino mandato i peluche ai bambini... Vergogna a me? No, io non l'accetto»"

Fa un po' quel cazzo che vuoi, ma da oggi per me non sei più un essere umano.

CLICCAMI AHHHHH!!! ha detto...

questa è l'unica mutazione gentica che mi sento di appoggiare

Cazzo D' Alce ha detto...

Per cliccami ahhhhhhh!:


VAFFANCULO.

Anonimo ha detto...

per Well don my doggy

forse raccogliamo tutto in un volumetto o un pamphlet ...

D' Alema ai Somali ha detto...

D' Alema "l' Africano", tenta di far paerderr qualche altra milionata di voti alla sinistra (sarà ormai ovvio a tutti che è un infiltrato del PDL, no?):

«Nei prossimi 15 anni, se l’Europa vorrà mantenere un livello demografico ragionevole e avere un decente sviluppo economico, avrà bisogno di almeno altri trenta milioni di immigrati»

Bene, gli italiani correranno in massa a votarti sicuramente dopo questa geniale affermazione. A Lampedusa saranno felici come Pasque...

G3RT ha detto...

Idea splendida.

MdC ha detto...

x G3RT

Denghiù men!

rsk ha detto...

stamattina mdc sembra la rassegna stampa. Tra tutte queste notizie, che fanno ribollire il sangue esattamente come il resoconto delle 10 giornate, la più schifosa se si potesse fare una classifica dello schifo è notare una volta di più il modo in cui questa gente abbia ormai preso possesso delle istituzioni. Ma è mai possibile che il sito istituzionale del consiglio dei ministri debba rilasciare una siffatta nota? Sembra il sito di Puff DaDDY...ma dai cazzo non è possibile. Comunque manca la notizia pregnante che il figlio di Mike (scomparso per ben due volte), LEOLINO (SIC!) è stato trovato UBRIACO AL VOLANTE DI UNA PORSCHE! è veramente una cosa che lascia sgomenti, non credete?

Leolino ha detto...

"E' la prima volta che bevo"

Bravo. Doppiamente stronzo.

rsk ha detto...

SILVIO L'IMPUTATO DELL'UNIVERSO

Distrazione di mazza ha detto...

Leolino: "è la prima volta che bevo", ma non è la prima che mento.

titanic ha detto...

intanto il nocciolo della centrale giapponese di Fukushima si è fuso...il disastro è servito...vediamo quando se ne accorgeranno anche i giornali italiani?

repubblica.it : notizia n°11
corriere.it: notizia n°9
stampa.it: notizia n°5
giornale.it: notizia n°6

conigli per gli acquisti ha detto...

la dalla chiesa è pronta per l'etilometro

Anonimo ha detto...

La tipa di Forum pagata da mediaset per raccontare quanto è bello vivere all'aquila.

La tragedia del japan e le bugie nucleari.

la tragedia dei migranti a Lampedusa e in puglia e in sicilia devastante incapacità di Lega&Co. di fare TUTTO.

La guerra in libia, Cameroon Sarko, Obama e la Merkel (che vota tra l'altro ha votato contro l'operazione) si sentono per telefono per decidere il futuro della libia. (tutto da vedere merde secche!)

e Silvio dove cazzo è? in tribunale.

Non è mai andato in tribunale, nel giorno in cui tutto crolla lui va in tribunale.


e affanculo non ci va mai?