Cara è la fine...ci annusano ormai,sentono il lezzo del panico che spruzza in freddi sudori il terrore che c'è.Non glieli daremo per ungersi dei nostri mali stillanti le mani avide:che ci tocchino morti, secchi e gelidi.Oh, non piangere,urla piuttosto e lasciamo di noi un ricordo toccante.Stringiti a me,ringhiagli addosso e poi sparami mentre io sparo a te.Dieci pistole spianate e dieci sguardi ruvidi e tesi che puntano qui dentro l'auto, e la corsa finisce così. Cara è la fine...perdonami.Oh, non piangere,urla piuttosto e lasciamo di noi un ricordo toccante. Stringiti a me,ringhiagli addosso e poi sparami mentre io sparo a te. Ci vogliono vivi e colpevoli...ma che vita è una cella? Avremo di più:quella stella che un giorno mi donasti, lassù.Oh, non piangere...

venerdì 11 febbraio 2011

MO BASTA! (altro che "du du du")

Donne in cerca di guai



LA VERITA' è FIMMENA
(MA PURE LA MENZOGNA...)
Dopo 2 mesi non si hanno notizie sulle cause della morte
di Saidou Gadiaga. Si attendono ancora i risultati
dell'autopsia più lunga della storia dell'umanità.
Chissà come mai?



di Rino Canaglia

Mentre questa accozzaglia di sottosviluppati chiamata "classe digerente" litiga sull'opportunità di festeggiare o meno i 150 anni dell'Unità d'Italia, abbiamo capito una cosa: dopo un secolo e mezzo questo non è un paese per giovani e donne che, come sulle navi che affondano, vengono sempre e comunque dopo vecchi e bambini. Non è nemmeno un paese per onesti lavoratori, contribuenti disinteressati, persone serie, studiosi e ricercatori, artisti e talentuosi in genere o normodotati senza doti o raccomandazioni. Sono tante le persone emarginate, ma 'sto giro parliamo di donne che domani dovrebbero (finalmente) far sentire la propria voce e rispondere alla boria di mr Olana. Nell'Italia del 2011 le donne devono stare zitte e non alzare troppo la testa. Possono fare shopping, flirting, pissing, squirting, lapdancing e sollanzing, possono sedare le scalmane da bancone del masculo italico, possono assistere, segretariare, guardare ma non toccare, magari farsi toccare, ma per il resto nisba, il messaggio è chiaro: state a casa a fare la calza che è meglio.
VIVI SERENAMENTE LA TUA IMPUNITA' - Chi dovrebbe invece restarsene a casa a fare la calzetta purtroppo non lo capisce e crede d'essere un fenomeno. E' il caso della mitica Vivi Becca (nella foto, grande mito di MdC). Sul Giornale di Brescia dell'11 febbraio, la Bionda Gambalina si diceva sorpresa (come noi...) per la nomina a vice-coordinatrice regionale del P2l, quasi fosse piovuta dal cielo. Chissà che invece non si tratti di una premio (sponsored by Kestrazio Lamuffa) elargito dal magnanimo Sultano Olana, contropartita per la bella firmètta posta (insieme ad altri 100 servi) in calce alla proposta di legge di Modifica alla parte seconda della Costituzione "per assicurare governabilità al Paese" presentata il 2 febbraio 2011. Per intenderci si tratta della reintroduzione dell'impunità parlamentare che imporrebbe all'autorità giudiziaria l'obbligo "di dare comunicazione alla Camera di appartenenza - si legge nel testo - prima di sottoporre a procedimento penale un membro del Parlamento. Entro il termine di novanta giorni, nel corso dei quali il procedimento è sospeso, la Camera decide, a garanzia della libertà della funzione parlamentare, se disporre la sospensione del procedimento per la durata del mandato". Epoi? Volete anche una fetta di culo?

Ragionando per slogan (pubblicitari), verrebbe da pensare che la Vivi adotti una strategia da paracadutismo pre mestruale: "Ci sono giorni nella vita di una donna in cui vorresti sentirti un po' più immune degli altri. Ero indecisa se gettarmi da un aereo o proporre la reintroduzione dell'immunità parlamentare, poi ho pensato che sugli aerei i gamberoni della bouvette di Montecitorio mica li trovi... e così...". Magari se la incontrate ricordatele che l'immunità parlamentare è una vergogna! Tanto per farle abbassare un po' la crestina su quegli occhioni blu da Silvien (non più) Jugend. A proposito...

MERDA VECCHIA - Ovvio che i modelli proposti dalla Scuola del Bunga Bunga dipingono una realtà falsa: piaccia o non piaccia non siamo circondati da mignotte (lo diciamo anche con un filo di rammarico, siamo pur sempre "uomi"). Ci sono milioni di donne che si spaccano il culo dalla mattina alla sera lavorando, mogliando e mammando contemporaneamente, donne che studiano e ricercano, scrivono, cantano, dipingono, suonano, compongono e soprattutto progettano (diceva Luttazzi: "una donna non si innamora di te, ma del progetto che costruisce intorno a te"). Purtroppo, senza andare in Afghanistan o a Caltanissetta, le donne (anche nella nostra provincia) vivono una condizione discriminante e subalterna oltre ad essere oggetto di violenza fisica e verbale. Basti pensare che in piccole frazioni di piccoli paesi di piccole Valli Trompie (Cimmo, esagerando 300 anime) alle donne è praticamente imposto divieto di fare politica attiva.

Nel 2011 capita ancora di imbattersi in storiacce di donne prese a pugni in faccia dai fascisti. Pensa te. O meglio, dalla copia sbiadita di qualche checca cultore delle virtù fascistissime come le 70 signorine di Forza Nuova residenti in provincia di Brescia. Il motivo è da ricercare nel fatto che in Italia i morti di non si possono ricordare tutti nello stesso giorno. Le Foibe non devono avere nulla a che vedere con l'Olocausto e per questo è stato istituito il Giorno del Ricordo, un'occasione per alleggerire la pressione sui condotti fognari cittadini e permettere alle pantegane di mostrarsi in pubblico con il vestito della festa (il bomber è fuori moda ormai) e la scusa della "Memoria" (quella che fa comodo e offre briciole di visibilità). Per queste persone le Foibe sono un microscopico olocausto di parte, un orticello della retorica da coltivare oltre che una scusa valida per fare a cazzotti.
Così, se sei di Forza Nuova e ami allevare nutrie nel cervello, per celebrare il Giorno del Ricordo non c'è niente di meglio di ritrovarsi in venti a spaccare la faccia di qualche "tipa". Avranno pensato così (ma... pensano davvero?) le venti scintillanti soubrettes di FN che l'altra sera hanno alimentato la fascistissima pulsione verso l'ardimento e le imprese da veri duri prendendo a calci e pugni un paio di ragazze in via Trieste, in pieno centro a Brescia dove un corteo di settanta merdine secche ha attraversato per 15 minuti, quattro vie della città ion occasione del Giorno del Ricordo.

Il Bresciaoggi dell'11 febbraio 2011 (pagina 13), racconta: "Prima di sciogliere il corteo [...] qualcuno ha pensato di appendere una corona di alloro su un cartello stradale all'incrocio tra via Trieste e vicolo San Siro. Manifestazione finita, almeno apparentemente [...] due ragazze e un ragazzo si sono avvicinati alla corona di alloro, l'hanno tolta e gettata a terra. Secondo qualcuno, anche se la cosa non trova conferme ufficiali, avrebbero anche buttato sull'asfalto una bandiera italiana ".

Come se fosse una giustificazione. Che schifo! Mastro Akkuratezza riporta qualche piccola inesattezza (fa pure rima): secondo alcuni testimoni diretti dell'evento, sarebbe stata una sola ragazza a gettare in terra la corona di fiori (senza la menata della bandiera). Giustificazione questa più che sufficiente per fomentare l'isteria delle settanta forzanuovine che si sono rapidamente portate in prossimità della "sacrilega" e, dopo averle fatto islamicamente notare che "le donne dovrebbero starsene a casa", l'hanno buttata a terra riempiendola di calci e pugni. In venti contro una. Complimenti! Che ardimento, quanta italica virilità, che pulsione irrefrenabile verso la merda. Tutto si è svolto nel giro di un minuto. Calci, pugni, botte, con la polizia (in quel punto, numericamente inferiore) a cercare di sedare la rissa. Un'altra ragazza, presente in loco con un amico, ai margini del pestaggio avrebbe gridato alla marmaglia cialtrona: "vergogna! in venti contro uno (una!!! ndC)". Manco il tempo di dirlo e pure lei s'è pigliata un bel cazzotto in faccia con relativa frattura del setto nasale e occhio pesto. Le due si sono poi incrociate al pronto soccorso. La prima malcapitata ha passato la notte in ospedale e sembra che sia stata pure denunciata per tentato furto (di una corona lasciata su un cartello stradale). Giusto no? Se lo sono meritato vero? Già li sento i bressiani che borbottano al bar: "a sta a cà ga capitaa nient". A far niente non si sbaglia mai, vero? Alle signorelle di Fn un bel Gambero nero (nella foto, sopra) non lo leva nessuno.

E quindi per non sbagliare, non partecipiamo domani alla grande manifestazione anti machista. Un sacco di donne in giro. Se non ora, quando? Astenersi perditempo e miliardari peccatori.


29 commenti:

fausto di desenzanal ha detto...

tutto ok, tutto ok, ma quello del video accanto è forse un pazzo???

in tutta sincerità? ha detto...

si

Notizie dal Fronte ha detto...

La questione scottante del 17 marzo a Brescia è stata risolta! L'Amministrazione comunale ha deciso di farla festeggiare ad ore alterne.

andate affanculo ha detto...

forza nuova solo merda secca...
siete sbobba per sempre

geronzio di desenzANO grosso ha detto...

ciao fausto sono geronzio volevo solo chiederti una cosa...l'altra sera ti ho visto sai al club dei travoni insieme a quelli di forza uova...ho solo un dubbio tu eri la preda o il cazzatore?

con affetto
geronzio

The answer ha detto...

Dal Guanciale di Brescia del 12 febbraio 2011 arriva la risposta implicita a tutti i nostri problemi.

Ecco come viene trattato il problema dell'inquinamento atmosferico:

Il filtro antiparticolato? Nel naso!

E noi che cercavamo una risposta risolutiva globale alla questione dell'aria malsana della Pianura Padana!

E invece il Mercato ha sfornato la sua risposta!
Ma come abbiamo fatto a non pensarci prima! La risposta sta nel POSSEDERE un Oggetto, un filtro in ciascuno degli orifizi nasali!

Andando per induzione allora possiamo benissimo ipotizzare che per poter andare in vacanza in Sardegna dove il mare è ancora azzurro dovremo possedere il giubbotto e i pantloncini in fibra di piombo (che scherma le radiazioni causate dagli esperimenti bellici fatti in quelle zone).

O per evitare di prendere altre fregature nella nostra vita dobbiamo indossare le mutande dotate di filtro anti-inculate.

Il Mercato (in congiunzione con la Scienza, si intende) trova sempre delle ingegnsissime soluzioni ai nostri problemi.
Ma lo fa a posteriori e sempre più spesso in modo surreale.

Io credo che il Mercato non abbia nè la forza né l'interesse di risolvere i problemi attraverso meccanismi preventivi.
La Politica non può essere ridotta ad un appendice (marcia) del Mercato).
La Politica è Altro!

Case study 1 ha detto...

Poiché sul Guanciale di Brescia manca una pagina dedicata alla sociologia o ai casi psichiatrici, la precedente notizia è stata messa nella pagina economica.
Questo è emblematico di quale sia la tendenza in atto.
Il Dogma è:" Il Mercato ha dentro di sè gli strumenti per guidare la società!".
Il suddetto articolo dimostra esattamente il contrario.

Come l'assetto comunitario del nostro modo di viviere è stato la risposta che il genere umano ha adottato alle avversità incontrate vivendo immeso nella Natura, così occorre che la Società si doti di un nuovo assetto che le consenta di fronteggiare le situazioni ostili all'uomo generate dal Mercato.

Anonimo ha detto...

Occorre parlare del concetto di Resto, o Scarto, o Effetto collaterale della Produzione.

Anonimo ha detto...

Scorza Uova

Storico del XXIV secolo ha detto...

Pensate quando gli storici del XXIV secolo si metteranno a studiare questi tempi!
Leggeranno gli archivi dei giornali e troveranno articoli come quello veramente surreale sopra citato.
Che figura di merda ci faremo!
Noi ebeti ospiti del XXI secolo disposti ad accettare la possibilità di metterci dei filtri nel naso, perché collettivamente non "riusciamo" a non inquinare l'aria e non riusciamo a trovare una soluzione alternativa.
Con il livello di follia a cui siamo giunti gli storici non ci saranno, ci estingueremo prima; e forse è meglio così per il Pianeta.

Anonimo ha detto...

Natura matrigna (Leopardi) e Mercato patrigno (Baumann).

XXIV? ha detto...

nessuno arriverà vivo al XXIV secolo l'uomo si estinguerà prima

Barabinus ha detto...

Secondo il mio cronoprogramma ci dovremmo estinguere nel 2224

vostradamus ha detto...

secondo quanto dichiarato da una nota congiunta di topo gigio e la scimmietta di remì (la seconda scimietta) l'uomo sulla terra dovrebbe estinguersi il 32 gebbraio 20111. Lo ha reso noto il portavoce di daitarn4

Lorodamus ha detto...

vostradamus sei un mendaciue

il mondo finisce domani alle sei...

SIAMO FOTTUTI!

anonimo ha detto...

Giuliano Ferrara raduna i suoi al teatro del Verme ma è solitario

Un fedele ha detto...

"Le cose non sono più come prima"

Lecco Libera ha detto...

Calderolix

grande juve!!! ha detto...

lo scudetto vi andrà di traversa!
eTOHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH

Samanta Di Persio ha detto...

In Italia, come tutti sanno, non esiste la pena di morte. C’è, è vero, ancora la libertà di tortura, in quanto il nostro codice penale non la contempla e qualcuno se ne approfitta, come durante il G8 di Genova a Bolzaneto e alla scuola Diaz. Ma la pena di morte non esiste più dal 1° gennaio 1948 come recita la Costituzione italiana. Ragion per cui in carcere le sentenze capitali sono eseguite con discrezione, senza dare nell’occhio. Il pestaggio si chiama infarto o emorragia cerebrale. Lo strangolamento è sempre un suicidio, spesso con i lacci delle scarpe con cui non si impiccherebbe neppure un criceto. Si muore in cella e durante l’agonia, che può durare ore come per Aldo Bianzino o per Stefano Cucchi, non è presente nessuno, il secondino è immancabilmente altrove, il medico di servizio in ritardo. Quando arriva, rassicurante, con la borsa, non nota mai i segni delle percosse, dei lividi, delle ferite. Il decesso è naturale. Le diagnosi fotocopia dei medici attestano lesioni autoinferte. Si fanno sempre male da soli. Il detenuto era depresso, non ha retto. I segni del male oscuro che affliggeva i carcerati defunti sono le lettere-testimonianza inviate ai parenti, in particolare alle madri poco prima della loro morte.
Sono annunci funebri, di ragazzi che gridano in una grafia incerta, disperata, che stanno per morire ammazzati. Le madri chiedono un colloquio, un trasferimento a un altro carcere, che vengono però negati fino alla morte, come nel caso di Niki Aprile Gatti. Il carcere, il luogo per definizione più sicuro e custodito del mondo, è un braccio della morte che si estende lungo tutta la penisola, da Genova, a Firenze, a Rovereto. Ogni anno muoiono in carcere circa 180 detenuti.
Un terzo sono suicidi. Chi si toglie la vita è di solito un ragazzo alla prima detenzione. Nel 2009 vi sono stati sessantanove suicidi, un record storico, un tasso superiore di ventuno volte a quello della popolazione italiana non detenuta. Si potrebbe pensare che sia normale che ciò succeda, in Italia come altrove. Invece il Canada ha un tasso quattro volte più basso di quello italiano e il ministro della Giustizia polacco si è dovuto dimettere a causa di un suicidio. In galera chi sopravvive e non si suicida o viene suicidato diventa un delinquente abituale, un pericolo per la società quando ritorna in libertà. L’affidamento ai servizi sociali è stato di fatto eliminato. L’affidamento è una misura di rieducazione a tutela della sicurezza dei cittadini. I detenuti affidati ai servizi sociali, infatti, quasi mai compiono altri reati e ritornano in carcere: sono solo tre su dieci. Chi sconta tutta la detenzione in carcere invece continua a delinquere: ben sette su dieci.
Questo libro è un coro dolente di voci che ci racconta di gironi infernali dove la pena di morte è inflitta senza sentenza, senza colpe, senza testimoni e soprattutto senza colpevoli. Il carcere, come la divisa, non si processa e chi finisce dietro le sbarre è solo un numero senza più diritti. La pena di morte non è mai stata abolita, si è evoluta. Chi, con sorpresa generale, viene trovato morto nella sua cella, con la faccia tumefatta, gli organi interni devastati, è solo un "diversamente suicida". Beppe Grillo

Ps: Stasera seguite: "Le mie prigioni" su Rai3 ore 21.30 di Riccardo Iacona

MT Anno Zero ha detto...

Riepilogo

The Cayman man ha detto...

Scena finale

Anonimo ha detto...

Dopo di lui i fuochi della guerra civile?

Scalciomercato ha detto...

Il Ministro della Paura

rskan ha detto...

La Russa è un fascista di merda e come tale tornerà a prendere a calci le pantegane sue simili nelle fogne...
complimenti ai pornoattori delle libertà che hanno contribuito allo sversamento di migliaia di litri di liquami fascisti sul parlamento italiano.

tony salsa ha detto...

La cosa veramente curiosa per non dire abominevole è che queste vili mentecatti debosciati che tirano cazzotti in trenta contro uno a delle ragazze inermi sono gli stessi che fanno manifestazioni in difesa delle "nostre donne"....Che schifo!
Come schifoso è l'atteggiamento di tutti i media e organi di stampa locali che di fatto hanno proposto solo la versione dei camerati senza minimamente pensare di sentire la ragazza colpita dal cazzotto...Tutti i media e giornali, fatta eccezione Mdc, beninteso!

Paolo ha detto...

avete presente fascisti su marte?
questo fa molto più ridere (o piangere a scelta)

http://www.facebook.com/note.php?note_id=10150095777553431&id=1185820505&ref=mf

Re Bogis ha detto...

forse non fa così tanto ridere. fanno le mammolette vittime delle cattiverie ...semplicemente quattro merde vergognose!!!

Zigo ha detto...

La domanda, però, rimane:

perché quella signorina ha strappato al corona di fiori buttandola a terra?

Non è un atto di violenza e di prevaricazione anche questo?