Lavoro, serenità, futuro, speranza. Libertà di espressione, capacità di reagire, attenzione verso le piccole cose, voglia di proseguire nonostante tutto. Unità. Fratellanza. Ritegno. Vergogna. Verità. Trasparenza. Voglia di ammettere d'essere un nano incapace. Nemmeno l'idea di dimettersi. Sincerità tra i cortigiani. Spirito di vero servizio. Tolleranza. Giustizia. Parità di trattamento. Capacità di mettersi in discussione. Silenzio. Entusiasmo. Stimolo. Defecatio. Euchessina. Soddisfazione... E poesia, musica ovunque, aria nuova, una compagnia di circensi gitani per strada tutti i giorni, un distributore di soluzioni, l'intenzione profonda di ogni singolo individuo di mollare i teatrini della finzione, esigenza di parlare chiaro, voglia di mollare i tatticismi, scoperchiare il pentolone, aprire le finestre, voltare pagina, fare luce sui misteri e strapparsela di dosso 'sta fottuta MafiaP3 di merda (a prescindere da arresti e dimissioni eccellenti). Problema nel dire "tutto" e ribadire il suo "esatto contrario". Cambiamento.
E se non c'è... non c'è...
(non ce lo possiamo mica inventare...)
13 commenti:
La ’ndrangheta padana esiste. È forte e lotta a fianco di quella calabrese, non alle sue dipendenze. Il cuore della ’ndrangheta padana sta a Milano. L’altro giorno i 300 arresti messi a segno da carabinieri e polizia, coordinati dalla Dda di Milano e Reggio Calabria, hanno dato la misura delle ramificazioni che le cosche calabresi sono riuscite a tessere sul territorio lombardo. In manette sono finiti anche i boss. In cella è stato portato anche Domenico Oppedisano, dopo che gli inquirenti hanno accertato infiltrazioni nelle istituzioni, legami stretti con ambienti imprenditoriali fino a cercare di mettere i loro tentacoli sull’Expo 2015.
MA BRESCIA non è stata toccata dall’imponente operazione, sul territorio bresciano non c’è stato alcun arresto, nè tanto meno è stata effettuata alcuna perquisizione, nemmeno nelle zone tradizionalmente a rischio di Valtrompia e lago di Garda.
Brescia, per ora, può essere considerata una capitale di «riserva», non gioca un ruolo da protagonista sulla mappa messa in luce dalla Dda di Milano e Reggio Calabria. Questo per ora. E il per ora, è d’obbligo. Perchè l’attività investigativa passata ha evidenziato la presenza di nuclei criminali legati alle cosche calabresi e altre indagini, ancora in corso e al vaglio dell’autorità giudiziaria, potrebbero riservare sorprese non proprio piacevoli.
In sostanza la presenza di cosche legate alla ’ndrangheta calabrese sul territorio bresciano è storica, ramificata e proprio per questo inquietante. Il terreno bresciano per la ’ndrangheta è fertile, la provincia fa gola. L’interesse fino ad ora si è concentrato sul traffico di sostanze stupefacenti. Così almeno è stato evidenziato dalle inchieste che hanno fatto scattare le manette e fatto finire in carcere calabresi. Come l’operazione «Centauro» condotta dai carabinieri della compagnia di Gardone Valtrompia, coordinati dal pm Paolo Savio della Dda di Brescia, che nel gennaio scorso ha fatto finire in manette 19 persone accusate di gestire un grande traffico di cocaina tra la Calabria e la Valtrompia.
I TENTACOLI nel Bresciano ci sono, dunque, anche se le cosche devono fare i conti con la criminalità locale che tende a non concedere spazio: i procedimenti iscritti dalla procura di Brescia per associazioni di tipo mafioso sono 5 (nel periodo compreso tra il primo luglio 2008 e il 30 giugno 2009) così come nel periodo precedente. La procura della Repubblica, si legge nella relazione inaugurale dell’anno giudiziario, ricorda che in «ragione delle fiorenti attività economico commerciali, il territorio attira enormemente gli interessi di organizzazioni criminali dedite principalmente al traffico di sostanze stupefacenti o al riciclaggio di proventi illeciti. I territori dove il fenomeno è particolarmente intenso sono quelli della Valtrompia e del Garda nei quali si sono pesantemente insediate attività commerciali e organizzazioni criminali gestite prevalentemente da calabresi».
dal bsoggi di oggi... di articolo di Wilma Petenzi
Marco Travaglio dal Fatto Quotidiano di ieri:
"Provate a rispondere a qualche domandina semplice semplice. Chi stava nella P2 assieme a Carboni? Chi ha comprato la villa in Sardegna di Carboni? Chi era socio di Carboni nella mega-speculazione di Olbia2? Chi è stato gomito a gomito per 40 anni con Dell’Utri, appena giudicato mafioso dalla Corte d’Appello di Palermo? Per conto di chi pagava le tangenti Brancher? Per conto di chi Previti comprava giudici e sentenze a Roma? Chi ha imposto Verdini coordinatore del Pdl? Chi ha nominato sottosegretario Cosentino e chi l’ha difeso finora, nonostante il mandato di cattura per camorra, anzi proprio per questo? Qual è l’imputato eccellente milanese che aveva interesse alla nomina di un giudice amico della P3 a presidente della Corte d’Appello di Milano? Per conto di chi la P3 dei Carboni, Verdini e Dell’Utri tentava di pilotare la sentenza della Consulta sul lodo Al Fano e una causa fiscale della Mondadori? Chi è l’utilizzatore finale di minorenni che fu coperto da un altro membro della P3, quel Martino che l’estate scorsa giurò di aver assistito all’incontro fra il papi e il padre di Noemi davanti a Craxi all’hotel Raphael? Vi do un aiutino, anzi due. Le risposte non riguardano mai vicende politiche, ma giudiziarie. E ricominciano tutte per B. e finiscono tutte in “oni”. E fanno tutte rima – parlando con pardon – con dimissioni".
P3...capo cordata fu messo Carboni.
E' CaLboni, non CaRboni!
E chissà quante ne ha fatte la P1 che nemmeno sappiamo!!!
E' come se fra dieci anni scoprono la P5 e la P6...
Cioè, verrebbe da chiedersi...e la P4?
La loggia Propaganda, come si chiamava in origine, fu istituita nel 1877 dal Gran maestro Giuseppe Mazzoni, ma fu Adriano Lemmi (Gran maestro dal 1885 al 1895) a darle prestigio, riunendo al suo interno deputati, senatori e banchieri del Regno d'Italia che, in ragione dei loro incarichi, erano costretti a lasciare le loro logge territoriali e stabilirsi a Roma.
Nel 1893 scoppiò lo scandalo della Banca Romana che mise alla luce gravi irregolarità amministrative commesse da numerosi banchieri italiani, molti dei quali legati alla loggia Propaganda. In seguito allo scandalo, questa venne ridimensionata e marginalizzata.
La mia preferita è comunque la P2, la più seria.
Lunga vita alla P2 !
Ma se adesso cambiano il nome da P2 a P3 devo rimetermi a corregere tutti i post in cui abbiamo parlato di P2l?
P3L non suon a così bene...
i soliti 4 pensionati sfigati!
Sto già stampando una sbrega di magliette con sopra scritto P4...così la prossima volta ci si tira almeno su un po' di grana dai piani strampalati di questi irrequieti vecchietti.
Comunque li perdono.
Anch' io da giovane partecipai a riunioni segrete atte al sovvertimento del potere in essere.
Era l' ultimo anno d' asilo.
Fondiamo subito la P4 e così appena provano a riciclare il nome facciamo causa e guadagnamo tantissimi soldi.
Mi sembra una proposta assolutamente ragionevole.
Come dici tu, se non c'e' non c'e'...forse gia' volerlo, il cambiamento, e' un segnale...bisognerebbe fare una maglietta con la scritta" se Beiruttoni continua a rappresentarmi voglio un'altra cittadinanza"...
Ma quando arriveremo/torneremo alla P38?!!!!!....
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