"10 kill They Die"

Episodio 2

GIGI D’ALESSIO

di Dottor Zero

Così come richiedeva il contratto che lui in persona aveva firmato Gigi vestiva uno splendido frac bianco, bianco come il pianoforte a coda Steinway & Sons che si accingeva a suonare.

Stanza bianca con una cornice barocca emblematicamente vuota appesa al muro, pianoforte bianco, e vestito bianco.

Questo è il video clip minimalista che intendo fargli girare sotto lauto compenso.

HA ACCETTATO!

Questa kill mi costa una fortuna, ma vale più di un transatlantico per me, anche perché con la scusa del video clip tutto sarà filmato e potrò così vedermela e rivedermela con i miei amici metal tutte le volte che vorrò.

Prima di cominciare mi dice con la tipica stizza da star: “fa che sia bbuòna la prima perché tengo fretta assai”.

Parte il nastro, e lui con una grande dimestichezza per il playback comincia a simulare l’orrenda canzone. Stiamo girando.

Ho pochissimo tempo.

Ho provato e riprovato questa procedura decine di volte, finchè sono riuscito ad indossare la tuta antincendio in 1:04.

Ma stavolta voglio abbattere la barriera del minuto.

Febbrilmente indosso l’ingombrante tutone e mi concentro nell’avvitare in fretta e al primo colpo le parti dei piedi delle mani e del grottesco cascone.

A questo punto il narcotico dovrebbe già essere fuoriuscito dal microfono (Diabolik docet) e lui dovrebbe giacere esanime sul piano.

Goffo ed ansimante vado in fretta a vedere.

E’ così. La musica continua, la sua voce nauseante di lamento del sud pure. Ma lui giace con la faccia sui tasti del muto Steinway. Devo agire in fretta perché la narcosi è temporanea.

Ci metto un attimo a legarlo con lo scotch e a buttarlo dentro il piano che lo accoglie con una divertente cacofonia di tante note suonate tutte insieme, come quando in Tom & Jerry i pianoforti cadono dal terzo piano facendo divertire grandi e piccini. Ora ho fretta davvero.

In un battibaleno abbranco l’amica tanica di benzina e comincio a cospargere con il puzzolente liquido sia lui che il piano che me stesso.

Sì, anche io voglio essere una “great ball of fire”.

Ora accendo il fiammifero.

In un nanosecondo sia io che il piano e Gigi veniamo avvolti da una coltre di fiamme degne di un vecchio kolossal (il mio pensiero vola a “Inferno di cristallo”) così intense come nemmeno io avevo previsto e che quasi mi spaventano.

Io all’interno del mio tutone avverto solo un teporino ma il piano è già un pezzo d’inferno. Le lingue di fuoco seguono fedelmente le pareti della stanza, come in un forno.

Ora mi siedo sullo sgabello (anch’esso in fiamme) e comincio a smanettare a casaccio sulla tastiera sognando il rock-n-roll di Jerry Lee Lewis.

Ho un po’ caldo ma ne vale la pena. Egli ormai non è altro che un tizzone nero, si intravede il teschio nelle braci ardenti e un po’ mi rammarico.

Sì, forse ho usato troppo narcotico e lui è passato direttamente dal sonno alla morte senza regalare né a me né ai miei amici metal neanche un po’ di agonia.

Non importa, è stato bello comunque. Ora l’intera struttura del pianoforte collassa su se stessa con un orrendo scricchiolio, poi un tonfo, ma io voglio suonare ancora! Calpesto, rapito da un’ira rock-n-roll ciò che resta dei tasti e il mio pensiero vola ancora a lui…il sommo…Jerry Lee…

Ma ora basta sognare! La realtà è ancora meglio! Il cuore mi si riempie di autentica gioia mentre penso all’orda di fans in lacrime quando sapranno che fine ha fatto il loro beniamino del cazzo!

Sarebbe il massimo se riuscissi a travestirmi da fan (molto difficile) e se potessi anch’io partecipare a questo grande momento di spettacolo per la canzone italiana. In fondo... ho sempre amato la buona vecchia sceneggiata napoletana.

Dr. Ze.

Vi è piaciuta la terribile fine del povero Gigi (il musicista preferito dal Clan dei Casalesi)? Se la risposta è "si", non perdete la terza entusiasmante puntata di "Ten Kill They Die", la prossima settimana (forse... anche fra sei giorni, oppure fra otto o nove) solo su MdC. Se la risposta è "No"... fatti vobis.