LA FABBRICA DEL CACA(CAZZ)O
Ovvero: come essere ARCIstronzi
Ovvero: come essere ARCIstronzi
di RSK
(Segue sguardo inferocito e porta sbattuta in faccia!) Si potrebbe pensare che quanto riportato sopra si riferisca ad una situazione in cui, l'ubriacone di turno viene invitato ad allontanarsi… Ma non è così.
Dal sito del locale:
"La fabbrica del cacao nasce il 28/02/2003, come circolo ARCI (circolo culturale S.Clemente) e inaugura la sede di via Trieste 23/A Brescia nell'aprile del 2004 . Da settembre 2008 la Fabbrica diventa Bar, aperto a tutti, anche ai non tesserati. Il circolo però continua ad esistere, attualmente negli eventi organizzati in varie location e collaborazioni. Scopo della "FABBRICA" è di unire e dare un punto d'incontro a persone legate ai valori del rispetto, educazione, solidarietà, allegria (bella cacaata... ndC). Questi valori vengono espressi attraverso la socialità e stimolati dalle attività che già proponiamo (musica, degustazioni, esposizioni, letture etc) e che vorrete proporre. Fondamentale leggere lo statuto e l'atto costitutivo c/o la sede. Proclamiamo il nostro più totale menefreghismo verso le tendenze politiche, religiose, sessuali degli associati, nonchè verso il loro colore della pelle".
La redazione di MdC ha discusso per un paio di settimane sull’opportunità di inserire questa recensione nell'ormai temutissima lista del Gambero Nero…per vari motivi…
Primo perché non c’abbiamo quasi mai un cazzo da fare se non di star qui a parlare di queste cose. Secondo perché a voler essere pignoli i "Gamberi Neri" dovrebbero essere solo i posti dichiaratamente nostalgici e fascistoidi (un po' come il neonato [?] Pdl e quel suo impareggiabile culto per l'uomo forte ndC) e non è questo il caso della Fabbrica del Cacao. Terzo perché ci andava di capire se ne valesse veramente la pena (e questo solo il tempo lo può dire).
Ecco allora che il Gambero Nero capita a fagiolo per affrontare un altro tema ben più importante e che ci sta a cuore: quanto sta diventando irrespirabile l’aria nella nostra amata(?) città… al cazzeggio strafottente ma mai violento degli anni andati della nostra giovinezza si è passati al menefreghismo (nel migliore dei casi). Più si è e più si diventa invisibili di fronte all’odiosa arroganza bipartisan di chi, da un lato, pensa di essere il più figo del quartiere e chi, dall’altro, è convinto di essere il più fighetto del rione… insomma stronzi di qua e stronzi di là stronzi restano.
Bando alle ciance. Cari lettori di MdC, a voi il giudizio sulla spinosa vicenda.
Bando alle ciance. Cari lettori di MdC, a voi il giudizio sulla spinosa vicenda.
"Eccoci dunque, io e i miei cari amici, con consorti al seguito, reduci da una tranquillissima serata del sabato sera in centro a Brescia giungere ormai a tarda ora nell’antro di Willy Wonka (qui a lato mentre saluta il suo ego in libera uscita), entriamo e interagiamo convivialmente con la “fauna” presente chiedendo che ci vengano serviti alcuni calici passatempo per quindi proseguire le nostre più disparate conversazione in un angolo qualsiasi del locale…arrivati a metà del nostro dissetante mojito io e un gruppo di fumatori incalliti amici miei, decidiamo di trasferirci all’esterno dell’antro di Willy dove ciarlando allegramente ci tratteniamo per non più di venti minuti…al nostro ritorno ecco accadere il fattaccio: Lee Scratch Perry, io (Rsk), Jebediah e un quarto amico che per semplifcare chiameremo il Male, veniamo respinti all'ingresso del locale dalla tetra figura di Willy in persona che sbotta:
“state fuori, il locale è chiuso…tsk tsk”.
Il Male con fare che conviene ad un vero gentiluomo (quale egli è), replica: “sig.Willy, forse la stanchezza o forse qualcos’altro, ma credo che lei abbia preso un abbaglio, noi si era usciti un attimo per una sigaretta ma all’interno del suo gentil locale teniamo ancora mezzo cocktail e gentili consorti al seguito”
“frega un cazzo” replica Willy (qui sotto vestito da sbirro)
“perché?”
si fa noi all’unisono tra lo sbigottito e lo sbigottito…
“Perché io sono il padrone e qui decido io!”
“Perché io sono il padrone e qui decido io!”
Aaaahhhrrrrgghhhh
Ebbene si! Lui, il caro vecchio Willy (per l'occasione privo di Umpa Lumpa ndC), padrone a casa sua! Lui il caro vecchio Willy decide per tutti…per il Male, per Jebediah, per Lee per me, per noi, per voi, per tutti…e noi con la coda tra le gambe e lo sconforto per il mezzo mojito pagato e abbandonato rimaniamo all’esterno a riflettere sulle sconfortanti evoluzioni dell’animo umano in quel di Brescia.
Così senza una spiegazione senza un perché solo per far vedere che lui decide, che lui può, che lui è il padrone…incapaci di reagire non cerchiamo nemmeno di proseguire una conversazione con Willy…perché lui non vuole comunicare, non vuole discutere vuole comandare! Che tristezza!
Conclusione: Gambero Nero a
La Fabbrica del Cacao, via Trieste 23/A, Brescia
non andateci, non beveteci, non mangiateci e soprattutto non provate a parlare con Willy
perché comunque vada...
è lui che decide!
19 commenti:
ho sempre sospettato che Willy fosse un sadico da quella volta che ha fatto morire il bambino ciccione a forza di strafogarsi con il cioccolato, oppure quando è rimasto a guardare la bambina viziata che veniva dilaniata viva dalle pale del ventilatore. Non ci andrò mai più, lo giuro. Se c'ero anche io gli avrei fatto sentire di che pasta è fatto lo sdegno deo Sddmnd.
Noi si è deciso altrimenti: lasciare nel suo brodo di giuggiole il cazzone Willy...per non abbassarsi al suo livello che poi forse non ci saremmo più rialzati...
io invece avrei deviato il corso del Chiese nel locale, come Ercole nelle stalle di Augia
In effetti poteva essere un'ottima idea...
D'altra parte fare gli zombie è servito a poco
x Krtz..ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah...spanciolle
Ripensandoci... e leggendo meglio lo "statuto" del cacacazzi non c'è nulla di più fastidioso del finto sinistrorso che - sulla carta (dei valor?) - fa l'amico di tutti e poi bastano due strisce di coca per mandare a ca(cao)care il primo che passa.
Gente che nemmeno conosci ... coglione
Invito chiunque a lasciare un insulto anche alla pagina cui si accede cliccando su bresciadinotte o su qualsiasi sito simile troviate sulla rete.
La gente deve sapere.
Precisazione sul commento eleminato: non si tratta di censura, anche perchè non ce ne sarebbe motivo, ma di un semplice errore...il commento era per un'altro post
eh sì, le donne al seguito sono sempre un forte deterrente quando si tratta di fare scorrere il sangue
Senza che se uno può risparmiarsi di pestare una merda, normalmente se lo risparmia.
Della serie: aggressivi al punto giusto, e solo quando è strettamente necessario.
...per educarne cento.
Suv e stronzi purtroppo fioccano come la neve d'inverno sul monte bianco, a Brescia. Prendersela con uno (Willy Wonka) può avere senso o può anche essere contro producente dipende da dove ci si trova...io personalmente credo che una "recensione" come questa non serva a nulla perchè ai bresciani non gliene frega assolutamente un cazzo se non c'è educazione, amicizia, solidarietà...quando mai incrociando qualcuno per la strada mentre cammini ti vedi fare un sorriso o un cenno del capo?...questa città è una fogna!
Volantini "Benvenuti alla Fabbrica del Cagacazzo", con gli estremi della questione scritti piccoli sotto, NOW!
(Dai! tanto cosa facciamo questo week end che il 70% dei bar è ormai gestito da insopportabili facce da culo?
Dai!)
Secondo la concezione tradizionale lo scorrere del tempo segue un ritmo circolare, anche se probabilmente l'immagine della spirale sarebbe più adatta per descrivere il percorso dei secoli.
Le epoche degli uomini seguono un andamento decadente, un progressivo allontanamento dall'origine celeste ed un inevitabile avvicinamento alla materialità.
La tradizione indù, e non solo, per delimitare le varie epoche fa riferimento ai cicli precessionali; un ciclo precessionale dura all'incirca 26.000 anni, ed è il tempo che occorre affinché l'asse terreste compia un giro completo per poi ritrovarsi al punto di origine.
La terra infatti si comporta come una trottola, anche se questo terzo movimento, a differenza della rotazione e della rivoluzione, è impercettibile, dato il grande lasso di tempo che impiega per compiersi.
La tradizione indù quindi individua due cicli principali, il kalpa e il manvantara.
Un manvantara ha una durata di due cicli precessionali e mezzo, ovvero 64.800 anni, e il kalpa comprende 7 manvantara.
Ogni manvantara è a sua volta diviso in 4 yuga, ognuno dei quali ha una durata proporzionalmente inferiore rispetto al suo predecessore, come spiegato nell'immagine sottostante.
All'inizio di un manvantara gli esseri umani si trovano in una situazione di massima vicinanza con il mondo celeste, ma con l'alternarsi degli yuga questo rapporto con il divino via via si affievolisce, finchè al termine dell'ultimo yuga, il kali yuga, l'età oscura, gli esseri umani sprofondano totalmente nel materiale, fino a dimenticare del tutto la propria origine divina.
Terminato un kali yuga l'umanità si rigenera, ed il ciclo si ripete.
La fine del settimo manvantara di un kalpa corrisponde al periodo di massima decadenza.
Il nostro attuale kalpa è chiamato Era del Cinghiale Bianco, e sempre secondo tale concezione attualmente stiamo vivendo gli ultimi anni dell'ultimo yuga del 7° manvantara.
Ovvero, il periodo di massima decadenza possibile.
come circolo Arci preferivo di gran lunga quello che c'era sotto i portici in piazzale Arnaldo prima che la "piazza" diventasse il ritrovo della "borghesia" bresciota...ci si andava spesso a giocare a biliardo o pincanel...c'erano i veci che bevevano il calicino e parlavano per lo più di politica...erano anni in cui ancora esisteva la politica del resto...adesso che siano fighetti o fighetti alternativi fighetti restano. Viva il vecchio Viselli
L'idea nostra era un pò più suggestiva o se vogliamo assurda (nel senso alto del termine)...andare fuori dalla "fabbrica" e fare tipo un picchetto o sit-in con un tavoino di plastica 4 seggiole 2 bocce di campari e un cartello..."aperto ad oltranza...qui non comanda nessuno"
Inculiamo il tizio a sangue in un vincolo.
In un vicolo, dico cane, intendevo in un vicolo...
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