Copincolliamo brutalmente un post (a sua volta copincollato da quello del Ny Times) dal Blog di Daniele Luttazzi (maestro di infinite saggezze che ancora oggi turbano la nostra mente da sempre ebbra di porcherie).
Prima delle cose serie però ... Ecco una facezia Luttazziana doc presa dal blog del buon Daniele ... mentre parla del titolo di una raccolta di interviste aggiunge...
"...ma potrei sbagliarmi. ( "Ma potrei sbagliarmi": non sarebbe bello se ogni discorso del papa terminasse così?")
Quello che non sapete su Gaza
di Rashid Khalidi
di Rashid Khalidi
(NYTimes, 7-1-09)
Quasi tutto quello che siete stati portati a credere su Gaza è sbagliato. Alcuni punti essenziali sembrano mancare dal discorso, svoltosi per lo più sulla stampa, circa l’attacco di Israele alla striscia di Gaza.
Il popolo di Gaza - La maggioranza di chi vive a Gaza non è lì per scelta. Un milione e cinquecentomila persone stipate nelle 140 miglia quadrate della striscia di Gaza fanno parte per lo più di famiglie provenienti dai paesi e dai villaggi attorno a Gaza come Ashkelon e Beersheba. Vi furono condotte a Gaza dall’esercito israeliano nel 1948.
L’occupazione - Gli abitanti di Gaza vivono sotto l’occupazione israeliana dall’epoca della Guerra dei sei giorni (1967). Israele è tuttora considerata una forza di occupazione, anche se ha tolto le sue truppe e i suoi coloni dalla striscia nel 2005. Israele controlla ancora l’accesso all’area, l’import e l’export, e i movimenti di persone in ingresso e in uscita. Israele controlla lo spazio aereo e le coste di Gaza, e i suoi militari entrano nell’area a piacere. Come forza di occupazione, Israele ha la responsabilità di garantire il benessere della popolazione civile della striscia di Gaza (Quarta Convenzione di Ginevra).
Il blocco - Il blocco della striscia da parte di Israele, con l’appoggio degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, si è fatto sempre più serrato da quando Hamas ha vinto le elezioni per il Consiglio Legislativo Palestinese nel gennaio 2006. Carburante, elettricità, importazioni, esportazioni e movimento di persone in ingresso e in uscita dalla striscia sono stati lentamente strozzati, causando problemi che minacciano la sopravvivenza (igiene, assistenza medica, approvvigionamento d’acqua e trasporti). Il blocco ha costretto molti alla disoccupazione, alla povertà e alla malnutrizione. Questo equivale alla punizione collettiva –col tacito appoggio degli Stati Uniti- di una popolazione civile che esercita i suoi diritti democratici.
Il cessate-il-fuoco - Togliere il blocco, insieme con la cessazione del lancio dei razzi, era uno dei punti chiave del cessate-il-fuoco fra Israele e Hamas nel giugno scorso. L’accordo portò a una riduzione dei razzi lanciati dalla striscia: dalle centinaia di maggio e giugno a meno di venti nei quattro mesi successivi (secondo stime del governo israeliano). Il cessate-il-fuoco venne interrotto quando le forze israeliane lanciarono un imponente attacco aereo e terrestre ai primi di novembre; sei soldati di Hamas vennero uccisi.
Crimini di guerra - Colpire civili, sia da parte di Hamas che di Israele, è potenzialmente un crimine di guerra. Ogni vita umana è preziosa. Ma i numeri parlano da soli: circa 700 palestinesi, per la maggior parte civili, sono stati uccisi da quando è esploso il conflitto alla fine dello scorso anno. Per contro, sono stati uccisi 12 israeliani, per la maggior parte soldati. Il negoziato è un modo molto più efficace per affrontare razzi e altre forme di violenza. Questo sarebbe successo se Israele avesse rispettato i termini del cessate-il-fuoco di giugno e tolto il suo blocco dalla striscia di Gaza. Questa guerra contro la popolazione di Gaza non riguarda in realtà i razzi. Né riguarda il “ristabilire la deterrenza di Israele”, come la stampa israeliana vorrebbe farvi credere. Molto più rivelatrici le parole dette nel 2002 da Moshe Yaalon, allora capo delle Forze di Difesa israeliane:”Occorre far capire ai palestinesi nei recessi più profondi della loro coscienza che sono un popolo sconfitto.”
Il boomerang di Gaza
di Nicholas Kristof
di Nicholas Kristof
(NYTimes, 7-1-09)
In un momento in cui Israele sta bombardando Gaza cercando di schiacciare Hamas, vale la pena di ricordare che Israele stesso aiutò ad allevare Hamas. Quando Hamas fu fondata nel 1987, Israele era per lo più preoccupata del movimento Fatah di Yasser Arafat e pensò che una organizzazione religiosa palestinese avrebbe aiutato a indebolire Fatah. Israele calcolò che tutti quei fondamentalisti musulmani avrebbero passato il loro tempo a pregare nelle moschee, così diede un giro di vite a Fatah e permise a Hamas di crescere come forza alternativa.
In Medio Oriente stiamo assistendo alla sindrome del boomerang. Il terrorismo arabo ha creato un appoggio ai politici israeliani di estrema destra, che hanno reagito duramente contro i palestinesi, che hanno risposto con altro terrorismo, ecc. Gli estremisti di entrambe le parti si sostengono a vicenda e l’assalto terrestre eccessivo di Israele a Gaza creerà verosimilmente altri terroristi nel lungo periodo. (il resto dell'articolo qui.)
In Medio Oriente stiamo assistendo alla sindrome del boomerang. Il terrorismo arabo ha creato un appoggio ai politici israeliani di estrema destra, che hanno reagito duramente contro i palestinesi, che hanno risposto con altro terrorismo, ecc. Gli estremisti di entrambe le parti si sostengono a vicenda e l’assalto terrestre eccessivo di Israele a Gaza creerà verosimilmente altri terroristi nel lungo periodo. (il resto dell'articolo qui.)
Se volete conoscere qualcosa di più della situazione di Gaza leggete il Blog di Vittorio Arrigoni corrispondente per vocazione su questo sito. Di seguito riportiamo alcune foto tratte proprio dal blog di Arrigoni guerrillaradio.iobloggo.com
1 commento:
“… spiega Masoda Al Samoun di 24 anni. E aggiunge un dettaglio interessante: «A confondere le acque ci si erano messe anche le squadre speciali israeliane. I loro uomini erano travestiti da guerriglieri di Hamas, con tanto di bandana verde legata in fronte con la scritta consueta: non c’è altro Dio oltre Allah e Maometto è il suo Profeta. Si intrufolavano nei vicoli per creare caos. A noi è capitato di gridare loro di andarsene, temevamo le rappresaglie. Più tardi abbiamo capito che erano israeliani».”
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