Cara è la fine...ci annusano ormai,sentono il lezzo del panico che spruzza in freddi sudori il terrore che c'è.Non glieli daremo per ungersi dei nostri mali stillanti le mani avide:che ci tocchino morti, secchi e gelidi.Oh, non piangere,urla piuttosto e lasciamo di noi un ricordo toccante.Stringiti a me,ringhiagli addosso e poi sparami mentre io sparo a te.Dieci pistole spianate e dieci sguardi ruvidi e tesi che puntano qui dentro l'auto, e la corsa finisce così. Cara è la fine...perdonami.Oh, non piangere,urla piuttosto e lasciamo di noi un ricordo toccante. Stringiti a me,ringhiagli addosso e poi sparami mentre io sparo a te. Ci vogliono vivi e colpevoli...ma che vita è una cella? Avremo di più:quella stella che un giorno mi donasti, lassù.Oh, non piangere...

martedì 9 marzo 2010

Scorticansen

Il Ritorno
Ovvero: ma che casso gh' entra chi che la roba che?
(episodio 793: Julio Maria Ostiasa detto "Marimba")

San Quindisneyland - 19 gennaio di qualche anno fa

Le giornate sembravano infinite nella prigione di San Quindisneyland (Isola Belapalpada, Pacifico orientale). Il tempo era scandito dal cigolìo dei cardini arrugginiti, dal gracchiare dei chiavistelli e dalle quotidane vangate sul coppino del capro espiatorio ufficiale dell'istituto carcerario: Irwin Edgar Scorticansen (nella foto sopra, mentre attende il momento giusto). Dopo una vita assai travagliata, al giovane catalizzatore di mali era stata affibiata la responsabilità di tutti gli episodi di pedofilia ecclesiastica che avevano coinvolto i prelati americani alla fine del XX secolo. Così, il povero Edgard era finito in carcere.

"Eccellente parafulmine" fu il commento di Martin Mc Batterio, governatore dello Stato del Marsalciùce, all'indomani della sentenza di condanna per il giovane vecchio "capro" più infante della Terra. Un futuro radioso lo attendeva in Vaticano, ma Scorticansen ancora non lo sapeva e, per ora, si limitava a scontare la propria pena in silenzio.

Durante il periodo trascorso a San Quindisneyland, Edgar (che ai tempi vantava un QI paragonabile a quello della marmotta in letargo), venne completamente rieducato secondo i princìpi del noto programma pedagogico "Mengele". Grazie all'impegno e alla dedizione del personale carcerario, l'anziano giovane riuscì a correggere (a colpi di vanga) diverse storture comportamentali che ne caratterizzavano l'aspro e irritante carattere. Smise così di tirare su col naso, di macchiarsi la maglietta col pomodoro spray, di mangiare le unghie degli altri, di sgranocchiare sbarre arrugginite, di spelacchiare caccole appassite, di sparare occhiate malandrine, di sbottare a caso, di protestare contro l'apartheid in veneto, di balbettare versi della Divina Commedia e di pugnettarsi di nascosto (seguitò invece per un paio d'anni a farlo in pubblico).

"Tutto Merito del programma "Mengele": costanza, frequenza e abbondanza". Così ripeteva il direttore del penitenziario e comandante delle guardie carcerarie Julio Maria Ostiasa detto "Marimba", un vero esperto di rieducazione. Ora - si chiederanno i 3 lettori meno informati - chi cazzo sarebbe 'sto Julio Maria Ostiasa detto "Marimba"? (nell foto sotto, dopo la lobotomia)

BREVE NOTA BIOGRAFICA - Nato a Pachugo Molle, nei pressi di Tijuana, fin da bambino frequenta pessime compagnie telefoniche di origine austriaca. Impazzisce quasi subito e finisce per investire con una mietitrebbia, una comitiva di suore verdi fritte alla fermata del treno. Per evitare qualsiasi problema di tipo legale, Julio si trasferisce immediatamente in Asia dove si dedica alla pedagogia forcaiola. Dopo anni di duro studio (accompagnato dalla pratica costante del metodo "Mengele"), Ostiasa si laurea in Fenomenologia delle Percosse alla Facoltà della Mattanza Indiscriminata dell'università "Cho Spacat Al Bras" di Kuala Lumpur.

Dopo 6 anni di contratti di collaborazione come ricettatore renale presso la "Cooperativa Cacciatori di teste della Malaysia", Julio decide di cambiare vita e comincia a viaggiare. La nave su cui si imbarca viene però intercettata, al largo delle coste malesi, da un branco di tartarughe ninja di Mururoa. Ostiasa viene picchiato, violentato, sedato e derubato di ogni cosa. Incredibilmente si risveglia nudo, violato e senza un soldo nel pieno centro di Sepang giusto la mattina dell'annuale Gran Premio di Formual 1. Schiva numerose vetture ciondolando per ore in mezzo alla strada e, dopo essere stato aspirato da un'autobotte preposta agli spurghi fognari, si riprende di colpo. Esce dall'autobotte, e decide di intraprendere la carriera di Drag Queen dedicandosi anima e corpo all'avanspettacolo.

Nasce così "Marimba, la regina dei serpenti" (nella foto a lato), drag molesta e supponente che fa divertir tutta la gente. Il numero piace a tal punto che il governo malese gli propone un tour nei migliori locali del Sud Est asiatico con il solo intento di farlo sloggiare al più presto da Sepang. Inizia così un lungo peregrinare per tutto l'estremo oriente: Singapore, Manila, Dakka, Rozzano, Cesano Buscone, Carugate. Dopo un anno e mezzo, capisce di aver preso l'aereo sbagliato, di essere montato per errore su una corriera dell'est Lombardia ed essere finito nel bel mezzo della Bovisa, il tutto, senza nemmeno struccarsi. Nessun problema, attraverso canali clandestini che è meglio non conoscere, Julio Maria riesce a rientrare in Indonesia, dove frequenta un Master per Lap Dancers e riprende l'attività.
Il Borneo però, non sembra il posto ideale per le drag queens. I vecchi colleghi della Coop Cacciatori di teste, lo riconoscono mentre si spaccia per la cugina acida di Cher in una bettola nei pressi di Bintulu. Atterriti dalla vergogna lo chiudono in un sacco, lo riempiono di mazzate e lo danno in pasto alle temutissime Pantegane Tigre (della Malesia ...appunto). Miracolosamente "Marimba" riesce a salvarsi aggrappandosi al dorso peloso di una pantegana e galoppando per ore senza meta nell'intricato labiritnto delle fogne Bintulesi. Pesto, umiliato e ferito nell'onore, il futuro direttore di San Quindisneyland, evade dopo 15 giorni dall'intricato sistema fognario e decide di riparare in Thailandia per riprendere l'allegro mestiere della Drag Queen.

Improvvisamente... l'amour

L'ennesima svolta giunge inaspettatamente durante una serata in quel di Bangkok. Al "Chu Che Mel" Club, "Marimba" incontra infatti Walt Disney, il simpatico creatore dei cartoni animati più amati dai bimbi di tutto il mondo (nella foto, con la dentiera in marmo di Botticino). I due si amano follemente per un'intera, indimenticabile notte.

Una notte e poi più nulla. All'alba, cala il sipario. Disney torna in America a disegnare anatre e sorghe, senza tuttavia dimenticare quel bel pezzo di marcantonio messicano trapiantato nel corpo deforme di una drag disorientata incontrata una notte, per caso, al "Chu Che Mel Club" di Bangkok.
Giunto quasi alla fine della vita, Walt Disney decide di costruire un carcere sull'isola di Belapalpada (un atollo di sua propietà nel bel mezzo del Pacifico orientale). Disney ne diviene, secondo il regolamento penitenziale (avallato segretamente dal governo americano), "padrone assoluto della vita e della morte di ogni essere vivente ivi residente" (così recita l'art. 1 che ci salva dallo spiegare un sacco di altre puttanate).
Qui vengono rinchiusi i casi umani più variegati che Disney raschia dai fondi di barile di tutto il mondo cercando di modificarli geneticamente e rieducarli psicologicamente cper farne pupazzi animati da inserire nei noti parchi di divertimento di sua proprietà. Strani esperimenti segreti vengono dunque condotti su cavie umane incredibili come: clochard malmostosi, contaballe caciaroni, campioni di smorfie, meschini low profile, collaudatori di supposte, imitatori di coleotteri e giovani anziani capri espiatori come il nostro caro vecchio amico Irwin Edgar Scorticansen.

Memore della notte thailandese, in cerca di personale fidato, Walt Disney rintraccia "Marimba" e lo porta a Belapalpada (nella foto, prima di diventare sede del carcere di massima sicurezza). Qui viene assunto immediatamente come posacenere tra la gioia dei presenti. Disney però non riesce a trattenere i propri sentimenti. Lo guarda fisso negli occhie e lo seduce nuovamente, approfittando per una settimana in ogni modo inimmaginabile delle sue notevoli grazie (bleah). Grazie di qui, grazie di lì, insomma se lo ripassò come una fisioterapista, senza nemmeno ringraziare.
Per il povero Julio sembrano chiusi gli anni delle tribolazioni. E invece, dopo una settimana esatta, l'inconsapevole drag queen viene drogata, lobotomizzata, riempita nuovamente di sberle e predisposta alla ricezione del "comando a distanza". Al termine del percorso di "addestramento", nonostante la notevole difficoltà nella risposta agli stimoli esterni più elementari, Julio Maria viene promosso immediatamente vice direttore del penitenziario.


Dopo la morte di Walt Disney, Julio Ostiasa detto "Marimba" diventa direttore dell'istituto di dentezione che oggi porta appunto il nome di "San Quindisneyland" in memoria del suo visionario creatore, mecenate dei cartoons (e dei scartoonach). Dopo anni di punizioni corporali per lo più casuali ai danni di ogni detenuto che gli capitava a tiro, "Marimba" concentra la propria azione di pestaggio ossessivo solo sul povero Edgar Scorticansen, il tutto - a suo dire - per espressa volontà del "fu" Walt Disney che l'ex drag lobotomizzata afferma di frequentare saltuariamente durante estenuanti sedute di trans spiritiche. E poi si tratta di un "eccellente parafulmine... che male c'è?" Ripeteva sbavando.

Dal presente remoto al futuro "imperfetto"

Ritornando al racconto... Scorticansen non sembrava prendersela più di tanto, anzi pareva pure ridersela. In realtà, a seguito dei ripetuti colpi subiti, gli si bloccarono completameente i muscoli della faccia e l'espressione divenne indelebile sul viso dell'anziano giovane. Una smorfia (sorridente e birichina), la faccia di chi sta per combinarne una di quelle che non ti aspetti. Un ghigno fisso, impassibile e malandrino che suscitava immediata simpatia (per chiarici: è quello della foto in alto, scattata poco prima di aggredire vostro figlio e rubargli i calzini della festa). Quell'espressione lì. Fissa. Per sempre. (Pure di notte). Sempre.

Tanto bastò a Scorticansen per guadagnarsi il rispetto e l'amicizia di tutti i detenuti di San Quindisneyland (esentati d'ufficio dalla quotidiana dose di percosse). Edgar divenne ben presto la mascotte ufficiale del carcere. Alcuni detenuti del braccio 69 riuscirono a trovargli pure un lavoretto part time come appendiabiti, mansione svolta da Scorticansen con la cosueta passione e precisione tanto che nessuno ebbe mai a lamentarsi dell'operato del giovine.

Gli anni volarono e, un bel giorno, con un trucco molto astuto, Irwin Edgar Scorticansen riuscì ad evadere di galera... ma questa è un'altra scoria...

3 commenti:

Fabbio Dobbermak ha detto...

A chi ga l' if tirada staolta?

Sbloghersch ha detto...

ma la so tirada me... per nient... diaol porsel

MdC ha detto...

E' l'idiozia il filo conduttore della storia