Bossi d'artifizio nel corso dell'annuale
incomprensibile discorso di Ponte di Legno:
incomprensibile discorso di Ponte di Legno:
"Gliel'ho detto a Brunetta:
nano di Venezia,
non rompere i coglioni"
E così salvammo le pensioni...
"Per il resto... tutto bene... mai stati in Lapponia?"
"Per il resto... tutto bene... mai stati in Lapponia?"
di Maurilio Ravioli Pera
FRONDE DI LEGNO - Non ce n'è di storie, le performance comiziali del Beccaris (nella foto, by Wikipedia, alias "Donato", agli inizi della carriera), sono uno spettacolo da gustare fno in fondo, più o meno come uno stufato di carcasse. Puro avanguardismo. Dal vivo, dopo Vasco, è il numero uno. Purtroppo, per ragioni cicloturistiche, ci siamo persi l'abituale discorso incomprensibile di Ponte di Legno che, quest'anno ha regalato parentesi decisamente folko-surreo-snort-pasticiagèl. Fortunatamente, all'ultimo abbiamo potuto ripiegare sull'ottima diretta di Rainews24. Poco male, anche se, come potete immaginare, dal vivo è tutta un'altra ncosa.
SCAMUNICANDI - Beccaris, meno camuno del solito, quest'anno. Tira brutta aria da queste parti, in Valle c'è malcontento e si sente odore di Fronda. Fronde di Legno... (tu quoque...) "Eppur bisogna andar". L'atmosfera pare "mogia mogia" già prima dell'arrivo di Donato, introdotto giusto all'ora di cena, dalla suadente vocètta dello scamunicando David K. Rini, in stan by, prima del regolamento di conti finale e temporaneamente relegato al ruolo (comunque gradito) di animatore della serata. La formazione dei Bossotti bressiani vede in prima linea (come Madonnina di fronte all'Arcagnolo) Danny Molgora folgoratissimo "presidente di Brescia" (sic, by Bava Beccaris). La Folla si entusiasma con circospezione. In seconda fila spiccano la Cronica Frizzi e l'immancabile Trota con maglietta verde "simil Che Guevara" raffigurante il padre Umberto, più "giovine" col sigaro in bocca (Pasta alla Banania! Sèmper!). A scorrere, vari personaggi tra cui il Redento faraone Tutanskarson from Ader, riesumato per il fondamentale apporto bi-folkpropagandistico. L'ominide adrense si è visibilmente impegnato per tutto il comissio cercando di decrpitare precetti morali dal messaggio rigorosamente in codice Bava.
Risultato: x - 4 = pasticiagè. Ovvero: Solo Sòle.
SCAMUNICANDI - Beccaris, meno camuno del solito, quest'anno. Tira brutta aria da queste parti, in Valle c'è malcontento e si sente odore di Fronda. Fronde di Legno... (tu quoque...) "Eppur bisogna andar". L'atmosfera pare "mogia mogia" già prima dell'arrivo di Donato, introdotto giusto all'ora di cena, dalla suadente vocètta dello scamunicando David K. Rini, in stan by, prima del regolamento di conti finale e temporaneamente relegato al ruolo (comunque gradito) di animatore della serata. La formazione dei Bossotti bressiani vede in prima linea (come Madonnina di fronte all'Arcagnolo) Danny Molgora folgoratissimo "presidente di Brescia" (sic, by Bava Beccaris). La Folla si entusiasma con circospezione. In seconda fila spiccano la Cronica Frizzi e l'immancabile Trota con maglietta verde "simil Che Guevara" raffigurante il padre Umberto, più "giovine" col sigaro in bocca (Pasta alla Banania! Sèmper!). A scorrere, vari personaggi tra cui il Redento faraone Tutanskarson from Ader, riesumato per il fondamentale apporto bi-folkpropagandistico. L'ominide adrense si è visibilmente impegnato per tutto il comissio cercando di decrpitare precetti morali dal messaggio rigorosamente in codice Bava.
Risultato: x - 4 = pasticiagè. Ovvero: Solo Sòle.
Illusioni Cotiche
BORBOSSISMI - Primo: infondere speranza. "Male che vada, noi la Padania ce l'abbiamo" (trad: ocio...). "Dovevo scegliere se salvare i comuni o salvare le pensioni e ho scelto le pensioni" (mai pronunciata la parola "Province"): questo è vero Sederalismo. ("Male che vada... noi la Padania l'abbiamo"). "Abbiamo salvato le pensioni", "le donne non si toccano, sono più importanti degli uomini" (quindi Monica Rizzi resta al suo posto). "Sono andato sulla Tomba di Miglio a portargli i fiori e poi ci ho tirato un pugno... ha fatto pum!" (preso paura? ndC). "Ero lì, perchè Miglio è stato sempre dalla mia parte". (Balla come sai... vedi qui by C. Dor). E poi ancora, "vi spiego io la manovra". E attacca per un quarto d'ora, raccontando di quella volta che la Padania è andata a giocare fino in Finlandia (Lapponia): "dicevano che le avremmo perse tutte e invece le abbiamo vinte"... (forse è di quella Padania che ha sempre parlato... no perchè... in quel caso, errore nostro... Ecco spiegato: "Male che vada, noi la Padania ce l'abbiamo"). Comunque "le lapponi hanno degli occhi che... BBBB.shhhu.. (turbolence, ndC)". La Monica si esalta: "Brao Capo!". Il Trota controlla la situazione con sguardo professionale da vero gorilla (nel senso del Primate). Ad un certo punto, l'occhio del "Capo" cade sul volto noto di un fotografo del Corriere (chiunque sia, Massima Solidarietà da MdC): "guardalo lì, quello lì è venuto con noi in Finlandia e ha viaggiato con noi e poi [...] ha spifferato tutto (non si è capito bene a cosa si riferisse, ndC), [...] però noi lo trattiamo bene perchè ha le foto della Padania e quando si faranno i libri dovremo andare a chiedergliele". Quanti ricordi. Mentre il Beccaris prosegue nella rievocazione della prestigiosa campagna lappone, in lontananza, il silenzio attonito degli astanti viene rotto dal pianto di un bimbo (che a differenza dei genitori non è "bambo" e vorrebbe andare a casa). E dieci minuti son già passati che nemmeno te ne accorgi. Puff. Volati.
DAI CHE L'E' URA - Alla fine, pochi appalusi, due o tre coretti propagandistici pro Secessione e, a farcire, le immancabili tonnellate di nulla. Il Generale conclude minacciando i lavoratori (novità allo studio sul Trattamento di fine rapporto): «Avrete una grande sorpresa tra poco, il Tfr in busta paga che permetterà anche di raddoppiare gli stipendi, l'ha pensato Tremonti».
Oh cazzo... avviva il cetviolo.
13 commenti:
tempo reale
mi ricordo?
o non mi ricordo?
mi ricoooooordooo....
non mi ricooooooordooo...
Jebediah è miaaaaaaaaaaaa
Jebediah c'è solo calce viva per te
che schifo!
Jeb sei veramente a posto, ti stimo
e spero che ci si stivi abbastanza...cioè!
Jebediah sei falso come giuda!
Jeba ti ano
m'amo
m'amissimo
...
jebediah sei il nulla
e sei anche un pò fango
Io Ho un sogno...
ma ho anche un gran bisogno
tutto addosso a Jebediah
ci si stiva
pronti via!
!amovi canidi
ubicumque vobis nobisque promiscuus talamus promecturus est is in de ternuz et aeternum matrimonio!
Maracaibo...
cani a forza nove...
Gaetano Carluccio
in arte Alessio
Nato nel quartiere Ponticelli, primogenito di quattro figli, è fratello di Gianluca Carluccio, in arte Gianluca, anche lui cantante.
Ha cinque album ed un CD-DVD con la raccolta dei suoi principali successi, più tre inediti.
Ha tenuto numerosi concerti nelle regioni meridionali e ha partecipato a trasmissioni televisive[1].
La canzone Ma si vene stasera tratta dall'album Emozioni della nostra età (scritte da Rosario Armani e interpretata da Alessio) fa parte della colonna sonora del film Gomorra, diretto da Matteo Garrone e tratto dall'omonimo libro di Roberto Saviano, Nel 2011 Escono Due Nuovi singoli Ancora noi e Dimmi che mi ami nel video clip Ancora Noi fa parte La corteggiatrice di Uomini e donne Kimberly Figuera.
Alessio ama Jebediah
neoromanticammmmmmente...
È un dramma umano e politico. Che sta diventando però oramai motivo di serio imbarazzo politico e istituzionale. C’è un codice non scritto, ma che dovrebbe essere accolto come decalogo ovvio, che impedisce a un ministro di abbandonarsi a rumori molesti, di apostrofare i suoi colleghi con epiteti gratuitamente oltraggiosi e di rivolgersi al mondo esclusivamente con il gesto dell’ombrello, che potrebbe essere considerato improprio, nella sua maniacale ripetitività, persino in una curva da stadio. Ma ciò che per noi italiani, assuefatti a ogni eccesso, può essere motivo di rassegnato sorriso, nei circuiti della reputazione internazionale può essere un ulteriore, micidiale colpo alla nostra credibilità. A quell’impalpabile virtù, difficilmente quantificabile ma determinante nei rapporti internazionali, che è l’autorevolezza o il prestigio. Quindi Bossi la smetta. Tenga a bada i suoi istinti primordiali, leghi la lingua e l’avambraccio. Lo chiede l’Italia. E forse anche, se esistesse, la Padania.
Pierluigi Bsttista
dal Corriere della sera
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