Cara è la fine...ci annusano ormai,sentono il lezzo del panico che spruzza in freddi sudori il terrore che c'è.Non glieli daremo per ungersi dei nostri mali stillanti le mani avide:che ci tocchino morti, secchi e gelidi.Oh, non piangere,urla piuttosto e lasciamo di noi un ricordo toccante.Stringiti a me,ringhiagli addosso e poi sparami mentre io sparo a te.Dieci pistole spianate e dieci sguardi ruvidi e tesi che puntano qui dentro l'auto, e la corsa finisce così. Cara è la fine...perdonami.Oh, non piangere,urla piuttosto e lasciamo di noi un ricordo toccante. Stringiti a me,ringhiagli addosso e poi sparami mentre io sparo a te. Ci vogliono vivi e colpevoli...ma che vita è una cella? Avremo di più:quella stella che un giorno mi donasti, lassù.Oh, non piangere...

sabato 26 marzo 2011

XGBS - Terzo Giorno

L'attesa  
Domenica 25 marzo 1849
 
"Il Giuro dei Bresciani"

Anche questa giornata è passata. Il silenzio delle bocche di fuoco del Cidneo stride come ferro sulla mola se paragonato al fermento dei preparativi per la difesa della città. E' stata una giornata d'attesa lunga e struggente per Brescia, liberata venerdì dal giogo austriaco e ancora in attesa di ricongiungersi alle truppe piemontesi. Se da un lato non mancano le critiche verso l'organizzazione delle difese, il terzo giorno è passato "quieto più che le circostanze paressero concederlo". Tace il Castello e  sembra un pessimo auspicio.

Cosa avranno in mente?

L'arrivo delle centinaia di fratelli Trumplini, Valsabbini e Pedemontani giunti in queste ore riscalda l'animo dei bresciani. Non siamo soli. Il Comitato di difesa tiene in gran conto il loro appoggio. Gli aiuti tanto attesi dalle altre provincie però non giungono: "i Pianigiani non danno sentore di volersi levare; nè dal fronte giungiono notizie importanti" affermano dalla Municipalità. 

Verso sera è stato depredato un corriere che portava lettere di privati e dispacci a Verona, le informazioni contenute non sono state ritenute importanti. Un ufficiale scriveva: "abbiamo vinto a Mortara, e d'un salto entreremo a Torino". Un altro, da Pavia, comunicava: "i nostri trascorrono oltre Mortara, mentre noi qui abbiamo a' fianchi integra e minacciosa una divisione nemica".

I Bresciani hanno fede nel valore dell'esercito regio e credono fermamente nelle capacità del generale Ramorino. Non c'è scampo per gli Austriaci: verranno colti di fianco e fatti affogare nel Po o nel Ticino. Questa l'opinione dominante in città. Nella notte giungono invece informazioni sgradite: pare che un corpo di soldati austriaci sotto il comando del generale Nugent corra a tappe forzate da Mantova verso Brescia.


SERVONO ARMI! - Prosegue l'acquisto dei fucili dai fabbricatori "e da diversi incettatori", che a rischio della propria incolumità li avevano sottratti alle ricerche del Governo militare.  "Le armi vengono distribuite ai coraggiosi senza distinzione di grado o condizione". E non bastano ancora. Vengono  spediti alcuni incaricati a Gardone per trasportare in città altri fucili che si trovano in un arsenale di privati, requisito dagli Austriaci. Nel frattempo, Martinengo e Borghetti si sono avviati verso Palazzolo per sollecitare il trasporto dei fucili provenienti dal Piemonte e destinati a Brescia. Diversi ingegneri sovrintendono la costruzione di barricate, specialmente alle porte della città.

Per le notizie politiche e per conoscere in tempo le mosse dei corpi nemici, il Comitato di difesa ha messo in piedi una rete di informatori fidati sparsi ovunque. Pare molto arduo ottenere informazioni affidabili. Il contenuto di un dispaccio può cambiare dall'oggi al domani se non nel giro di qualche ora.

Le misure adottate dal Comitato di difesa non sembrano godere dell'appoggio incondizionato di tutti i membri del corpo Municipale. Probabilmente alcuni pensano ancora di poter salvare la "faccia" della legalità di fronte agli Austriaci. Costoro credono che il Comitato di difesa debba dipendere dal Municipio, e che non debba intraprendere operazioni senza prima averne il beneplacito. L'obiettivo è quello di ricondurre il Comitato a disposizioni più "miti" per evitare che Brescia venga dichiarata "città ribelle".  Come se fosse una questione di forma e fosse altresì possibile organizzare rivolte "a norma di legge": il solo pensiero di rispettare anche un'unica legge imposta da questo governo, ci allontana sempre più dalla nostra libertà.

"Se il corpo Municipale crede di essere nella legalità, non è così della città, la quale coi fatti ha già a sufficienza spiegata la rivolta - affermano autorevoli membri  del Comitato di difesa - il bombardamento da parte del castello ha dimostrato anche ai più ciechi come la pensi il Governo militare riguardo alla sommossa di Brescia. E se momentaneamente il comandante del castello stesso ha cessato di bombardare, lo si deve unicamente attribuire alla conosciuta di lui impotenza di reprimere colle sole bombe l'insurrezione, i bombardamenti riprenderanno con l'arrivo dei rinforzi".


I SOLITI PROBLEMI - Un atteggiamento "pilatesco", quello della Municipalità che, pur facendo parte della Commissione che, di fatto, ha dato vita al Comitato, "intenderebbe liberarsi da ogni qualsiasi responsabilità, addossandola tutta al Comitato stesso". Ma il guanto all'Austriaco è stato gettato. Nella diversità di opinioni, taluni appartenenti al Municipio cercano in queste ore di trovare un punto d'accordo sul da farsi. In giornata è stato reso pubblico il seguente avviso:

"MUNICIPALITÀ DI BRESCIA

La Rappresentanza Municipale di questa città trovasi necessitata a dover provvedere ai mezzi di pubblica sicurezza e difesa, la quale venne ieri affidata ad un Comitato composto dei signori ingegnere Luigi Contratti e dottore Carlo Cassola. Trattasi di confermare nel Comitato medesimo ogni relativo potere e di somministrare i mezzi ad agire nell'importantissimo ed urgente mandato.

Il Rappresentante Municipale a questo scopo e per essere appoggiato dal voto della popolazione, invita tutti i possidenti e censiti, negozianti ed esercenti arti liberali nella città, e quelli ancora della Provincia che vi si trovassero, a recarsi oggi alle ore quattro pomeridiane nel palazzo Municipale della Loggia per deliberare sopra così importante oggetto.
Brescia, dal Civico Palazzo, il 25 Marzo 1849.
Per il Dirigente
Firmato SANGERVASIO"

Purtroppo l'invito è stato reso pubblico troppo tardi e poche persone si erano riunite in Piazza Vecchia. Non sufficienti per decidere cosa di tale importanza. Il Comitato di difesa dovrebbe così continuare nella gestione delle operazioni fino a nuova e più partecipata convocazione.





FONTI:

Per testimonianze, foto e atti ufficiali: http://www.brescialeonessa.it/xgiorni/start.htm

Testi e testimonianze tratte da:
- Carlo Cassola, "Insurrezione di Brescia ed atti ufficiali, durante il marzo 1849"
- Cesare Correnti, "I Dieci Giorni dell'Insurrezione di Brescia", Torino, 1849.

7 commenti:

Cedro ha detto...

Questo bollettino delle 10 giornate è una figata.

Resistere, resistere, resistere!

la leonessa ha detto...

C'è qualche lettore di mdc che riconosce tra tutti questi personaggi citati un suo trisavolo? sarebbe interessante e divertente che si facesse avanti!

Anonimo ha detto...

Magari...

Pacco ha detto...

Ehi Cedro...

CLICCA QUI ha detto...

questo signore è un pronipote di don pietro Boifava

torre annunziada ha detto...

Sgusate...Volevo gomblimendarmi assai ber il mirabile lavoro di muro di gani ghe sta raggontando a 360 cradi la sdoria di brèsgia la leonessa d'idalia...ancghe se non sono gombledamende daccordo con voi a 360 cradi

Cedro ha detto...

Ehi Pacco