Cara è la fine...ci annusano ormai,sentono il lezzo del panico che spruzza in freddi sudori il terrore che c'è.Non glieli daremo per ungersi dei nostri mali stillanti le mani avide:che ci tocchino morti, secchi e gelidi.Oh, non piangere,urla piuttosto e lasciamo di noi un ricordo toccante.Stringiti a me,ringhiagli addosso e poi sparami mentre io sparo a te.Dieci pistole spianate e dieci sguardi ruvidi e tesi che puntano qui dentro l'auto, e la corsa finisce così. Cara è la fine...perdonami.Oh, non piangere,urla piuttosto e lasciamo di noi un ricordo toccante. Stringiti a me,ringhiagli addosso e poi sparami mentre io sparo a te. Ci vogliono vivi e colpevoli...ma che vita è una cella? Avremo di più:quella stella che un giorno mi donasti, lassù.Oh, non piangere...

martedì 6 luglio 2010

La Posta del Cane - Presenti Assenti

The fuckin shame to be italian
(II Parte)
Ignoranti, opportunisti frustrati, servi e felici di esserlo
Riflessioni su un popolo (SIAMO NOI) destinato al declino

Cani Amici, ben trovati. Purtroppo, causa impegni di lavoro "vero", diversi membri della redazione sono costretti ad un forzoso periodo di lontananza da questo simpatico blogghettino che - come potete vedere - sta cambiando con successo veste grafica grazie al fondamentale apporto di quel bell'imbusto del capo redattore di MdC, Tadeo Brognoli di Rebongia, sempre all'opera come tutti i cani del muro, sfaticati, irritabili, carbonari rivoluzionari della domenica mattina in perenne attesa del crollo di questo buffo regime di mentecatti, incapaci, puttanieri e ciuccia ostie. Avverra' mai? E' questa la domanda per la rubrica mensile piu' amata dai barboni buontemponi dei sobborghi di Lubiana: la Posta del Cane.

Liberi servi in libero Stato - La vergogna di essere italiani (e padani) viene perfettamente descritta da questo brano che riceviamo al termine di una lunga catena di mail dalla nostra scrittrice in erba (stavolta pero' la mariujana non centra), Udillia Kikker. Noi l'abbiamo letto e lo riproponiamo ai (7) lettori di MdC Non dimenticateci, siamo un po' fermi, ma... stiamo lavorando per noi...

SPOMPINAGGIO - Ci si conceda infine una breve parentesi di pompini a Vicenza. Oggi, sull'inserto settimanale del Sole 24 Ore (Lombardia), si parla di blogger lombardi e appare anche MdC, siamo in ultima pagina, la migliore di tutte. Cercateci. Cordiali salumi e garruli latrati a tutti. Essendo all'estero, quel cazzone di Jebediah Wilson non l'ha letta, ma se l'e' fatta comprare dalla mamma. Un ringraziamento speciale va a Matteo "Manga" che si e' ricordato di noi. Bau.

Ecco infine il testo della mail che abbiamo ricevuto: "Da tempo cercavo di poter spiegare in termini razionali tutta la rabbia che covo dentro in merito alla situazione italiana, ma ogni mio scritto era talmente pieno di parolacce e offese da essere immediatamente cestinato, giusto per rispetto verso il prossimo. Oggi finalmente mi è capitato di imbattermi in un testo di cui ho condiviso TUTTO, dalle fonti citate alla chiarezza sintattica, dalla struttura logica fino ai segni d'interpunzione. Mi permetto dunque si starmene zitto zitto in un angolino e riportarlo integralmente, senza ulteriori commenti: ringrazio il Prof. Viroli della Princeton University per l'esposizione e il blog di Luca Boschi che me l'ha fatta conoscere".

Una Nazione di merde secche
(Libere riflessioni su un paese felicemente servile)

L’Italia è un paese con libere istituzioni ma gli Italiani sono servi. Ha libere istituzioni perché le regole democratiche e le libertà civili sono, con poche eccezioni, rispettate. Gli italiani non sono liberi perché mancano, in generale, delle fondamentali qualità proprie di liberi cittadini: il rispetto delle leggi e della Costituzione, la volontà e la capacità di assolvere i doveri civici.
Il vero segno distintivo del potere è oggi mostrare disprezzo per le responsabilità e per le norme. L’Italia appare, a chi la guarda dall’esterno, una grande corte, con un nuovo tipo di principe al centro.

Nei secoli gli italiani hanno creato forme di governo e modi di agire politico che non avevano precedenti. Gli esempi più chiari sono le libere repubbliche della prima età moderna e il fascismo.

Le prime furono esempi di libertà, con tutti i loro limiti; il secondo un esempio di dominio totalitario, ma le une e l’altro furono creazioni originali. L’Italia dei nostri tempi è un’altra creazione politica originale. Nella storia ci sono stati e ci sono molti casi di cattivo governo, nel senso di governanti che fanno il proprio interesse anziché curare il bene comune e violano i fondamentali diritti di libertà dei cittadini.

Ci sono stati e ci sono anche casi di istituzioni oppressive e di popoli liberi, ovvero popoli oppressi da governi corrotti che hanno invece conservato lo spirito libero. L’esempio che non si era ancora visto è quello di un popolo non libero con libere istituzioni: un paese democratico dove i cittadini sono diventati, con eccezioni, s’intende, una moltitudine di cortigiani anche se i governanti non hanno fatto nulla per violare le regole democratiche e i diritti civili. Come si può capire tutto questo?

Per quanto possa sembrare strano, visto che il creatore del nuovo sistema politico italiano si proclama alfiere della libertà, il problema italiano è un problema di libertà, l’Italia non è un paese libero.

Per capire quest’affermazione bisogna intendere bene che cosa vuol dire libertà politica. La concezione prevalente, quella propugnata e diffusa dai governanti, afferma che noi siamo liberi nella misura che non siamo oppressi, ovvero fin quando nessuno ci impedisce di fare quello che vogliamo e possiamo fare, e nessuno ci impedisce di esercitare i nostri fondamentali diritti. La mancanza di libertà, sempre nella concezione oggi dominante, è la conseguenza di azioni, di quello che fa o non fa chi governa e in generale chi ha potere.

A proposito di questa concezione della libertà è bene sapere che il primo pensatore politico che l’ha teorizzata era Thomas Hobbes, un sostenitore della monarchia assoluta che non accettava neppure la distinzione fra monarchia e tirannide. Ed è bene soprattutto sapere che il capitolo della sua opera Leviatano in cui la spiega si intitola La libertà dei sudditi. Non dovrebbe fare riflettere il fatto che l’idea di libertà che oggi domina in Italia è la libertà dei sudditi, non quella dei cittadini?

Qual è invece la libertà dei cittadini? - La risposta è facile visto che gli scrittori politici repubblicani che amavano la libertà hanno nei secoli ripetuto sempre il medesimo concetto: essere liberi non vuol dire avere un buon padrone; essere liberi vuol dire non avere un padrone.

Vuol dire non essere dominati da nessun uomo o da nessun gruppo di uomini, cioè vuol dire non essere sottoposti ad alcun potere arbitrario o enorme che può fare quello che vuole: violare le leggi o fare leggi per i propri comodi. Anche se il potere arbitrario o enorme di un uomo si è affermato con mezzi democratici, la semplice esistenza di tale potere rende non liberi, ma servi.

Esiste in Italia un potere enorme che ha prodotto gli effetti tipici di un sistema di dominio?

Mentre sarebbe sbagliato sostenere che esiste in Italia un potere capace di controllare interamente lo Stato e la vita degli Italiani, si può invece affermare che esiste un potere enorme, di grandezza ed estensione sconosciute in qualsiasi altro stato liberale o democratico del passato o del nostro tempo, e che l’esistenza di tale potere ha già creato un popolo servo che si crede libero, un popolo che ha appunto la libertà dei servi.

Il capo del governo detiene un patrimonio personale che nessun altro leader di paesi democratici ha mai neppure sognato di possedere; controlla direttamente o indirettamente un impero mediatico, fatto anche questo che non ha precedenti storici; ha ai suoi ordini un partito, che egli stesso ha creato come ramificazione delle sue imprese, composto di uomini e donne che dipendono da lui per il loro status, i loro privilegi e la loro ricchezza (o parte della loro ricchezza).

La semplice presenza di un simile potere distrugge la libertà dei cittadini. Li trasforma in persone con la mentalità servile e in cortigiani: cieca devozione agli uomini potenti, disponibilità alla menzogna, ossessione per le apparenze esteriori, simulazione, atteggiamenti buffoneschi, mancanza di rettitudine e di coraggio, acquiescenza, docilità, attitudine all’inganno e arroganza, quest’ultima particolarmente visibile nella classe politica ma anche nella vita ordinaria.

A questi caratteri propri di una società dominata da un potere enorme si aggiunge un altro tipico segno della società di corte, ovvero la presenza a palazzo delle cortigiane per soddisfare le brame del principe e perfino per servire in politici maneggi.

Il potere del denaro di comprare "amici", il potere dei media di persuadere, e perfino il discusso carisma del capo del governo non spiegano tuttavia la nascita del sistema di potere.
Bisogna tenere presente la secolare propensità degli italiani ad essere servi felici e cortigiani.

Già i Medici, nel XVI secolo, sapevano che gli italiani erano lieti di vivere alle dipendenze di un principe. Arlecchino, la tipica maschera nazionale, è servo, ma è felice, e riesce, con l’astuzia, a fare più o meno quel che vuole. Per questa ragione i nostri migliori pensatori politici hanno sempre sottolineato che il problema della libertà in Italia è sempre stato un problema in primo luogo morale.

Carlo Rosselli, in "Socialismo liberale" scriveva che problema italiano è ancora oggi [1928] il medesimo, vale a dire un problema di libertà, ma problema di libertà “nel suo significato integrale”, cioè “di autonomia spirituale, di emancipazione della coscienza”.

E aggiungeva che è ”triste cosa a dirsi, ma non per questo meno vera, che in Italia l’educazione dell’uomo, la formazione della cellula morale base – l’individuo -, è ancora in gran parte da fare.
Difetta nei più, per miseria, indifferenza, secolare rinuncia, il senso geloso e profondo dell’autonomia e della responsabilità. Un servaggio di secoli fa sí che l’italiano medio oscilli oggi ancora tra l’abito servile e la rivolta anarchica. Il concetto della vita come lotta e missione, la nozione della libertà come dovere morale, la consapevolezza dei limiti propri ed altrui, difettano”.

E invece l’Italia è forse il solo paese democratico in cui chiunque abbia l’ardire di parlare di integrità e di rettitudine viene bollato come un moralista e ridicolizzato, forse proprio perché solo i moralisti hanno capito davvero la natura del dominio che crea servi contenti.

9 commenti:

blockrockinbeats ha detto...

D'accordo!

Ma a questo punto sarebbe bello fare un passettino in avanti. Per esempio: siamo proprio convinti che il nostro sia un Paese di 60 milioni di brave persone soffocate o raggirate da un tiranno d'altri tempi?

Non sarà invece che di quei 60 milioni ce ne sia qualcuno (si accettano proiezioni alternative al mio numero preferito, 30 milioni) che in questo regime ci sguazza?

E che se non fosse così Berlusconi e il P2L, ma anche la DC, Craxi, ecc., non sarebbero mai esistiti?

Caro MdC, la realtà è molto più dura e complessa delle nostre migliori illusioni.

Fanssssssssssss ha detto...

Visto che non vi sbrodolate addosso da soli toccherà sbrodolarvi a me:

Dal "Il Sole 24 Ore" di oggi, inserto "Il Sole 24 Ore Lombardia":

"I siti che fanno più breccia sono quelli che vanno al cuore dei problemi, che toccano i temi più sentiti dalla gente, come fa il Muro di Cani eretto a Brescia..."

Complimenti ragazzi!!!!!!

LSP ha detto...

Il problema è anche cosa si riconduce al termine "libertà".

In Italia il concetto di libertà è sempre inteso come "libertà da..."
E' sempre una libertà in senso negativo, intendo.
Libertà dai vigili stronzi che ci fanno la multa se parcheggiamo l' auto in divieto (tu, tu che parcheggi in Piazza Duomo fuori dalle strisce, sì tu: strainlulati e poi muori!), libertà dalla legge e dai giudici che ci opprimono, libertà dallo stato che ci chiede le tasse, libertà dalle regole, libertà dai divieti, libertà da chi rompe le palle se ci scopiamo le puttane...

Ha dunque, non a caso, perfettamente senso che il primo partito di questo paese sia quello che è e che, non a caso, si chiami "Popolo delle Libertà"...

Ricordo un vecchio scketch di Guzzanti:
"Siamo la Casa delle Libertà, facciamo un po' come cazzo ci pare!"
A questo si limita la libertà del cazzo che hanno in testa gli italiani...

La libertà di scoreggiare in ascensore, praticamente.

Magic Italy ha detto...

...la smettete di parlare male della Magic Italy????

L-L-Libertino ha detto...

Penso, penso e ripenso ma faccio fatica a trovare una qualunque cosa che io, cittadino italiano, non possa fare.

Aiutatemi, vi prego.

blockrockinbeats ha detto...

E' piuttosto semplice: bisogna tornare a fare politica, cioè ad occuparsi del bene comune.
Scegliete come: un partito, un sindacato, un'associazione ambientalista (la mia opzione preferita) o di volontariato, o anche solo un comitato temporaneo. Ma con forte carica ideale, e con l'aggressività nei confronti degli equilibri attuali che il loro scardinamento richiede. Il sistema non si riforma, si abbatte e poi si ricostruisce da zero!

Se la politica la si fa lascia fare ai corsini o ai berluschini di turno, il risultato è apatia, afasia e un Paese alla frutta.

rsk ha detto...

Posta del Cane più che mai azzeccata all'indomani della marcia silenziosa (nel senso che i mezzi di comunicazione di "regime" l'hanno censurata) dei cittadini dell'Aquila presi a mazzate...il loro è un esempio lampante di come noi italiani viviamo la politica e lo Stato: proni di fronte ai potenti quando vengono a farsi belli e promettere ponti d'oro per poi immediatamente dopo renderci conto con sdegno e stupore che ci hanno preso per il culo...mazziati e scontenti.Oltre a ciò ci tocca essere rappresentati da un lato da un piazzista sessuomane e dall'altro da un povero inutile ignorante che Chavez di sicuro non se lo meriterebbe (vero Bersani!)

Jebediah Wilson ha detto...

Apprendo da MdC della stronzatra madornale dei guanti anti negro. Poi ci ho pensato e in effetti deve per forza essere uno schifo toccare gli autobus diretti da Andrea Gervasi e Nicola Orto.

Meglio mettersi i guanti - caro Orto - per non lasciare piu' impronte sulle carte di credito del comune...

Anonimo ha detto...

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