Cara è la fine...ci annusano ormai,sentono il lezzo del panico che spruzza in freddi sudori il terrore che c'è.Non glieli daremo per ungersi dei nostri mali stillanti le mani avide:che ci tocchino morti, secchi e gelidi.Oh, non piangere,urla piuttosto e lasciamo di noi un ricordo toccante.Stringiti a me,ringhiagli addosso e poi sparami mentre io sparo a te.Dieci pistole spianate e dieci sguardi ruvidi e tesi che puntano qui dentro l'auto, e la corsa finisce così. Cara è la fine...perdonami.Oh, non piangere,urla piuttosto e lasciamo di noi un ricordo toccante. Stringiti a me,ringhiagli addosso e poi sparami mentre io sparo a te. Ci vogliono vivi e colpevoli...ma che vita è una cella? Avremo di più:quella stella che un giorno mi donasti, lassù.Oh, non piangere...

lunedì 19 luglio 2010

Con la massima indiscrezione

Proseguiamo (come tartarughe monche) nella pubblicazione del racconto a puntate di Udillia Kikker sulla meritocrazia nelle mutil-nazionali... manageroni improvvisoni... Buona lettura.

Capitolo 4
"Una bella vesta adorna
il fusto di una donna"
ovvero
"Gusto estetico del general manager"

di Udillia Kikker


Oggi sei tutta stracallata perché ti sei messa la veste bella!”


Clelia, una piccola e paffuta signora quarantenne, con un debole per i vestiti, si occupava di personale e buste paga. Quel giorno si era presentata in ufficio con un elegante abito a pois bianchi e neri con scarpe e borsa coordinati.


Giusto il tempo per un rapido sguardo e Nicola, con fare allegro, se ne uscì con la frase alla quale l’impiegata un po’ in difficoltà non seppe controbattere. Incuriosite dall’assoluta mancanza di una spiegazione sensata, le cinque “derelitte” decisero di documentarsi per verificare se la parola derivasse, per caso, da qualche forma dialettale e scoprirono che lo “straccale” era un finimento per animali da tiro che ne fasciava i fianchi e le cosce. Quella rivelazione le allietò molto, perché ebbero la prova tangibile dell’alta considerazione in cui erano tenute dal general manager: bestie da tiro.

Beh in effetti – commentò Giuliana con le colleghe – bestie da tiro lo siamo davvero, visto che lo trainiamo ormai da anni!”

Fu riunito un veloce consiglio di guerra ed emerse la generale convinzione che il “complimento” era fuori dalla regole di normale correttezza, perciò andavano prese le opportune contromisure. Due giorni dopo Giuliana si presentò in ufficio indossando una gonna nera a tubino, abbinata ad un giacchino aderente di colore rosso: un abbigliamento più adatto ad una serata mondana che al lavoro d’ufficio.

L’intento delle cinque perfide era di provocare la reazione di Nicola per fargli pronunciare la famosa frase di complimento. Concordarono il piano: si aspettarono in strada e fecero in modo che Giuliana entrasse per prima nell’ufficio di Nicola, mentre le altre quattro complici si fermarono nel corridoio, pronte a fare irruzione nel caso di pronunciamento della frase. Non appena il general manager vide l’abbigliamento di Giuliana e se ne uscì con il fatidico complimento, un coretto a cinque voci gli ribatté prontamente: “Stracallato sarai tu!!”

La frase sortì il giusto effetto, il capo restò un attimo senza parole, stupito dall’aggressività delle cinque impiegate, sembrò adombrarsi per la trappola, poi si giustificò dicendo che la sua era solo una forma di complimento e che non intendeva offendere nessuna.


Da quel giorno però cambiò battuta addolcendo i termini dei suoi apprezzamenti con la nuova formula: “Una bella vesta adorna il fusto di una donna, migliorandola”. Per sottolineare come il complimento non fosse offensivo, soggiungeva: “Lo dico sempre anche a mia moglie specie quando si mette i pantaloni verde fragola che le ho regalato”. Poco importava cercare di spiegargli che le fragole erano rosse tanto, essendo daltonico, non avrebbe mai capito la differenza.


Il fatto di non distinguere i colori non rappresentò mai un problema che potesse trattenerlo dall’esprimere pareri su come era vestita una donna, in particolare se si trattava della consorte di qualche capo o di sua moglie. Nel caso della sua dolce metà, metteva spesso al corrente le cinque ragazze, con dovizia di particolari, di splendidi abiti che le aveva regalato per consentirle di essere all’altezza del ruolo che le competeva quale moglie del capo. Citava accostamenti di colori che solo lui riusciva a vedere e balzava, durante il racconto, da un capo all’altro dell’ufficio per indicare un color marrone chiaro chiamandolo giallo o puntando il dito su qualcosa di marrone scuro chiamandolo verde. Alle proteste divertite delle cinque impiegate ribatteva che la differenza era minima e concludeva sempre il discorso accusandole di prenderlo in giro perché non conosceva i colori. E fosse stato solo quello……

Nicola era anche un estimatore di gioielli e, considerata la sua ben nota predisposizione ad addobbarsi d’oro, prese a descrivere i suoi acquisti che naturalmente venivano fatti nella miglior gioielleria del centro cittadino.

Le cinque maligne, che per un certo tempo avevano soprasseduto su molti aspetti folcloristici del general manager, cercavano ora il pretesto per provocare la sua reazione e registrarne gli effetti. Così un giorno Clelia approfittò della presenza di un amministratore americano e, conversando, se ne uscì dicendo che per lei la gioielleria più famosa al mondo era Van Cleef and Harpels. Poteva il grande manager dimostrare di non essere aggiornato e farsi superare da un’impiegata?

Assolutamente no! Per la prima volta però la sua abilità di orecchiante della lingua inglese lo tradì e se ne uscì dicendo: “Certo, anch’io conosco bene la Clint and Eastwood, di proprietà del famoso attore!” L’americano, WASP puro sangue, sgranò gli occhi, scosse la testa e con pazienza spiegò che l’argomento trattato non aveva nulla a che fare con il cinema, lasciando Nicola privo di argomenti e leggermente imbarazzato.


La foga con cui era intervenuto sull’argomento trovava la sua giustificazione nel fatto che Clint Eastwood era il suo attore preferito e non perdeva occasione per parlarne. Molto spesso, trascinato dall’entusiasmo, modificava le trame e i finali dei film a suo piacimento oppure, nelle sue logorroiche citazioni, l’attore diventava il protagonista di film girati quando probabilmente Eastwood era ancora un bambino. Durante la pausa pranzo di un caldo venerdì di luglio, tra una chiacchiera e l’altra, Lara se ne uscì parlando del libro di Hemingway “Per chi suona la campana” che stava rileggendo. Nicola, trovandosi nei dintorni, la interruppe con sicurezza affermando: “Ah si, mi ricordo quel film, un bellissimo western con Clint Eastwood, del 1962 o 63!

Veramente si parlava di un libro ambientato durante la guerra di Spagna” – puntualizzarono stizzite le tignosette.

Guerra di Spagna?? Non prendetemi in giro, eh! Non mi risulta ci siano guerre in Spagna e mai ce ne siano state!

Replicare fu ritenuta una fatica inutile, erano passati i tempi in cui Nicola riconosceva la sua ignoranza, ora dall’alto della sua posizione di general manager affermato poteva permettersi di sentenziare senza porsi troppi limiti.

Le cinque ragazze continuarono così la loro pausa pranzo, chi rituffando il cucchiaino nel vasetto dello yogurt, chi addentando una mela, ma tutte annotarono mentalmente la chicca appena sentita!


Ci scusiamo con Udillia che s'è giustamente risentita per il ritardo di pubblicazione del pezzo... saremo più ligi e meno bigi. Voi non perdete la prossima puntata di "Con la massima indiscrezione". Solo su MdC: la risposta sbagliata alle vostre domande esistenziali.

6 commenti:

Vladimir Putin ha detto...

Si può avere il numero di telefono di Udillia che vorrei organizzare una festa nella mia tenuta in Kamchakta?

Raul Bova ha detto...

Ehi Udillia quando sei libera fammi un fischio

Vodka managers ha detto...

Top pubbliscing menagers della madre Russia:

"Lo hanno imbragato e legato ad un paracadute ascensionale collegato ad un motoscafo. Poi, partiti a tutta velocità, lo hanno costretto a svolazzare terrorizzato nei cieli davanti alla spiaggia che, con questa patetica iniziativa, volevano pubblicizzare. L'effetto però pare che sia stato esattamente l'opposto di quanto gli ideatori di questa discutibile trovata promozionale si aspettavano: anziché applausi e consensi hanno raccolto critiche e proteste da parte dei presenti, che hanno fornito ai media le immagini dell'accaduto.

BAMBINI IN LACRIME - I bagnanti sono rimasti inorriditi assistendo alla scena e molti bambini sono scoppiati in lacrime. L'animale, in preda al panico, ha iniziato a scalciare e a ragliare per la paura."

Anonimo ha detto...

Russi de merda

70000 bau ha detto...

70000 arff

Il signor Glauco ha detto...

Umorismo da top managers:

"Uè, fa caldo neh!"

"Eh certo cazzo, è fallita i Viaggi del Ventaglio, ahahahahahah!"