Cara è la fine...ci annusano ormai,sentono il lezzo del panico che spruzza in freddi sudori il terrore che c'è.Non glieli daremo per ungersi dei nostri mali stillanti le mani avide:che ci tocchino morti, secchi e gelidi.Oh, non piangere,urla piuttosto e lasciamo di noi un ricordo toccante.Stringiti a me,ringhiagli addosso e poi sparami mentre io sparo a te.Dieci pistole spianate e dieci sguardi ruvidi e tesi che puntano qui dentro l'auto, e la corsa finisce così. Cara è la fine...perdonami.Oh, non piangere,urla piuttosto e lasciamo di noi un ricordo toccante. Stringiti a me,ringhiagli addosso e poi sparami mentre io sparo a te. Ci vogliono vivi e colpevoli...ma che vita è una cella? Avremo di più:quella stella che un giorno mi donasti, lassù.Oh, non piangere...

sabato 14 novembre 2009

Rothe Erde - lunedì mattina scontri tra colleghi?



Abbassiamo i toni o alziamo le mani?

Solo interrogativi senza risposta? Forse sì. In mezzo resta l'esasperazione di chi non lavora, di chi è stato licenziato, di chi presidia da un mese al freddo.
Da una parte (dirigenza Rothe Erde) e dall'altra (Fiom) si richiede maggiore serietà nelle trattative, poi ognuno fa a modo suo.

Alla fine - ribadiamo il concetto - a prenderlo in quel posto sono sempre gli stessi (i lavoratori). Le divisioni non fanno altro che accrescere la tensione. Mentre prosegue il muro contro muro tra azienda e parte del sindacato, dirigenti e dipendenti che non hanno aderito allo sciopero del 16 ottobre si sono incontrati in un albergo di Montichiari per programmare il rientro al lavoro "se necessario forzando il presidio" dicono. Cosa succederà lunedì mattina? Occhi puntati su Visano.


[Da Bresciaoggi.it 14 novembre 2009] Tensione e attesa in crescita alla Rothe Erde-Metallurgica Rossi di Visano dove, da quattro settimane, la produzione è ferma per la protesta decisa da sindacati e lavoratori per contrastare le lettere di mobilità indirizzate a 44 addetti su 218.

UNA MOBILITAZIONE che, progressivamente, ha fatto emergere alcuni distinguo e una divisione netta fra Fiom e Uilm, oltre alla raccolta di 100 firme tra i lavoratori «intenzionati a riprendere l'attività, ma impossibilitati a a farlo. Uno «stop» al quale l'azienda reagisce, «con una denuncia ai carabinieri contro l'occupazione di proprietà privata posta in essere dal presidio». Oltre alla smentita delle voci - circolate ieri - di un possibile mandato dalla casa madre tedesca (ThyssenKrupp) ai manager locali per la riapertura delle trattative. Nei giorni scorsi, inoltre, alcuni incontri avrebbero impegnato dirigenti Rothe-Erde e dipendenti che non aderiscono allo sciopero, decisi a tornare in fabbrica lunedì mattina «anche a costo di forzare il presidio».

UNA VERTENZA difficile, dunque, caratterizzata anche da una «guerra» dei numeri. Fonti aziendali confermano l'avvio della procedura di mobilità per 44 addetti «ma ne vanno sottratti 14 che hanno sottoscritto la mobilità volontaria». Ne restano ancora 30 «tra i quali sei pensionandi», secondo l'azienda. Entrambe le parti invocano «maggiore serietà e impegno per la ripresa delle trattative», denunciando il ricorso (dal fronte opposto) a minacce verbali e telefoniche e si dicono sorprese per il livore crescente tra «colleghi che fino a poco tempo fa hanno lavorato tranquillamente fianco a fianco». La Fiom di Brescia, che guida il presidio, sollecita «alla dirigenza maggiore disponibilità al dialogo per un progetto solidale che permetta a tutti di uscire dalla crisi - spiega il delegato di zona, Francesco Mazzacani -. Invece si punta prevalentemente a dividere i lavoratori». Dal canto loro, i dirigenti respingono le accuse al mittente e affermano che, per far ripartire il confronto, «non possono essere messi in discussione criteri e numeri della mobilità». E chiedono che «venga tolto il presidio e ripristinata la legalità».

L'OBIETTIVO dei manager - su mandato del gruppo, ribadito nel Cda del 29 ottobre scorso - è «di riportare a 170 il numero dei dipendenti»: una forza sulla quale contare nei prossimi 4 anni per lavorare con la piena occupazione. Il piano strategico messo in campo dall'azienda «prevede anche il ricorso alla Cigs per i prossimi anni, considerato che la difficile congiuntura ha portato a una riduzione dell'85% del fatturato. E nell'ultimo anno abbiamo potuto garantire solo il 25% dell'attività per mancanza oggettiva di ordini». In attesa di sviluppi, al presidio di Visano è giunta ieri una delegazione di lavoratori della Federal Mogul di Desenzano, a loro volta impegnati a difendere la fabbrica dopo l'annuncio che cesserà la produzione da dicembre. Resta però viva la speranza di mantenere attivo il sito. Mercoledì prossimo, in Aib, è previsto un incontro tra le parti per valutare possibili alternative per lo storico impianto gardesano.

10 commenti:

Krtz ha detto...

Resistere

spinoza ha detto...

Immunità parlamentare, il Tg1 si schiera. Non succedeva da almeno 24 ore.

muri ha detto...

il comunismo come scusa per attaccare qualsiasi oppositore al "regime B."...anticomunismo senza comunismo!

Krtz ha detto...

Il Tg1 si schiera a testuggine, vetusta formazione di provata efficacia.

compagno bertinotti ha detto...

a qualcuno frega qualcosa?
forse si forse no...è solo un'intervista!

Banca Arner ha detto...

La filiale di fiducia di Silvio, Dudi, Marina e degli amici di Don Vito.

Ma lasciamo pure perdere

Marcelluzzo ha detto...

La vera paura di Silvio

parole sante!!! ha detto...

Benedetto XVI parla al summit sulla sicurezza alimentare: "I paesi poveri hanno diritto a scegliere il proprio modello economico".

rsk ha detto...

parole sante ma opere fantasma.
Sono bravi questi potenti della terra, "papi" compresi, a riempirsi la gola di aria e dare fiato alle trombe! di sicuro c'è solo che il pragmatismo e gli interessi economici possono più di qualsiasi futuro possibile...che certo non sarà migliore dopo le belle ma inutili parole di Sua Santità. Stesso discorso vale per il piacione,bello, bravo, bis, premio nobel della pace Baracca Obama...che in visita in Cina affossa il prossimo inutile vertice mondiale di Copenaghen battendo un record storico che spettava a Bush figlio che aveva affossato, in corso di svolgimento, il precedente importantissimo vertice dell'inutilità di Kyoto...il mondo è al sicuro in mano ad un gruppo di multinazionali che si fanno i cazzi loro e di politici belli e bravi a dare fiato alle trombe...

rsk ha detto...

non faintendetemi...noi di politici belli e bravi neanche l'ombra!!!