Cara è la fine...ci annusano ormai,sentono il lezzo del panico che spruzza in freddi sudori il terrore che c'è.Non glieli daremo per ungersi dei nostri mali stillanti le mani avide:che ci tocchino morti, secchi e gelidi.Oh, non piangere,urla piuttosto e lasciamo di noi un ricordo toccante.Stringiti a me,ringhiagli addosso e poi sparami mentre io sparo a te.Dieci pistole spianate e dieci sguardi ruvidi e tesi che puntano qui dentro l'auto, e la corsa finisce così. Cara è la fine...perdonami.Oh, non piangere,urla piuttosto e lasciamo di noi un ricordo toccante. Stringiti a me,ringhiagli addosso e poi sparami mentre io sparo a te. Ci vogliono vivi e colpevoli...ma che vita è una cella? Avremo di più:quella stella che un giorno mi donasti, lassù.Oh, non piangere...

lunedì 2 novembre 2009

Kruccherie - La rivoluzione? Dopo la pausa caffè...

I peggiori amici dell'uomo
(ieri, in Provincia di Brescia, sono andati bruciati altri 270 posti di lavoro
Il totale: 32 milioni di ore di Cassa integrazione da gennaio 2009)

"Cachemire" Cremaschi (della segreteria nazionale della Fiom - Cgil, nella foto sopra mentre posa per Christian Dior) è stato in visita al presidio dei lavoratori della Rothe Erde - Metallurgica Rossi di Visano (218 dipendenti) specializzata nella produzione di cuscinetti volventi per conto del gruppo Thyssen Krucchi.

I lavoratori sono stanchi. Stanno per affrontare la terza settimana di presidio permanente (24h al giorno, divisi in turni). Si protesta contro la decisione della dirigenza di licenziare 55 persone... (48 finora le lettere staccate), 44 + 2 (pensionandi)+ 2 ("che comunque si dicevano disponibili"), secondo la confusa ricostruzione dell'azienda. Quello che è chiaro è che non manca la gente che dà i numeri.
Per cominciare, vorremmo soffermarci con canina rassegnazione (nella foto) per un solo piccolo attimo sull'apparizione illuminante del rivoluzionario da salotto. Giorgio Cremaschi giunge, bel bello, in tarda mattinata, portandosi via la pioggia (è già qualcosa). Il grande pensatore scende dall'auto, chiacchera con i dirigenti della Camera del Lavoro, poi si siede al tavolo del presidio con le maestranze. Nel giro di 10 minuti, si pappa un piatto di pasta, un panino, una fetta di panettone, un bicchiere di vino (la morte sua), rilascia un paio di dichiarazioni al giornalista di turno e si rivolge ai dipendenti (che - ripetiamo - da quasi 20 giorni se ne stanno al freddo): "Le fabbriche che hanno presidiato non hanno mai perso" dice, poi risale in auto e scompare... Quale prova di incredibile carisma ... Tutti rimangono affascinati da quella sua visione moderna e innovativa del mondo. Un mondo fatto di ammortizzatori sociali in cuoio e di lotta di classe (però "di classe", mica le solite cafonate...). "La Thyssen Krupp deve piantarla con questo atteggiamernto coloniale nei confronti dell'Italia" dice.

Bravo! Grazie.

Ma cosa si può fare per questo stabilimento? "Ritirare i licenziamenti" gli suggerisce un altro genio del movimento sindacale nostrano.

Bravo! Grazie.

Ma l'azienda se ne frega. E va avanti da sola.

Occhio alle cifre...

Dalla Germania, per far fronte alla crisi, hanno ordinato "di riportare il numero degli addetti ai livelli precedenti all'ultima fase di sviluppo: 170 - dicono i dirigenti -. Il tutto, entro la fine del 2009". Gli investimenti per lo sviluppo degli ultimi 3 anni (14 milioni di euro) sono serviti? Pare di no, il fatturato scende - complice la crisi - a - 75%.

C'è la crisi... e sai come vanno le cose... Quest'anno i signori Thyssen-Krucchi del Consiglio di Amministrazione dovevano tutti riverniciare la cucina del secondo castello (quello di Neuschwanstein, nella foto a lato)... ma lo sapete quanto chiede un imbianchino tedesco al giorno d'oggi per soli sei mila metri quadri di cucina?

Non solo. In occasione dell'ultimo CdA, c'era pure quel mattacchione di Herman Putzenshkraupfen che - per Natale - voleva intestare al figlioletto tredicenne la terza Porche (ecco le prime due direttamente dalla collezione personale di Silvio Beicondoni). Durante l'assemblea, ad un certo punto, Putzenshkraupfen non ha retto e si è messo a piangere come un bambino e a sbattere freneticamente i pugni sul tavolo: sembrava pazzo. Tanto che nessuno ce l'ha fatta più a sopportarlo e alla fine tutti hanno approvato il piano di ridimensionamento della fabbrica di Visano (questa è la versione ufficiosa, raccontata da due ubriachi al Katzabubbolenbar di Duisburg).

Nel frattempo, nel mondo reale...

Quando l'economia tira, "non potendo regalare - dicono i dirigenti - fette di mercato alla concorrenza," si assume personale. "Quando, arriva la crisi e crolla il fatturato a - 75% rispetto all'anno precedente", le risorse umane diventano esuberi. Poco importano invece le scelte manageriali di chi aveva deciso di investire e ha ciccato brutalmente l'obiettivo. Dicono bene al presidio: "I manager dovrebbero essere i primi a pagare". E invece, nulla di fatto, si torna al Via. (... Senza passare dal carcere ... :) :) :) - battuta da sistema Monopolystico: cappelli, macchinine, dadi colorati, scarponi e bottiglie di vino).

Ora l'azienda ha aperto le trattative direttamente con i singoli dipendenti e pare che un sindacato (quale? Non si sa, visto che ognuno fa per conto suo) "abbia preso parte ad alcune di queste trattative". Ne hanno già convinti 14. (L'azienda non conferma e non smetisce le accuse del sindacato secondo cui in certi casi non sarebbe stato liquidato il pagamento dell'indennità di mancato preavviso che spetterebbe al lavoratore per legge). "Tutti gli accordi - assicura un dirigente - sono stati firmati regolarmente e volontariamente dal lavoratore".
I dirigenti considerano illegale il presidio "perchè - dicono - non è appoggiato dalla maggioranza dei lavoratori" (c'è solo la Fiom). E' davvero dura starsene lì fuori al freddo senza avere la certezza di nulla. La fabbrica - sembra quasi certo - non chiuderà. Anzi, dice la dirigenza "questo piano porterà ad un nuovo sviluppo dell'azienda". Visti i precedenti (e come siamo messi ora), come ragionamento non fa una grinza.

Nel corso dell'ultimo incontro con Fim e Uilm (quando, poche settimane fa, saltò il tavolo sindacale), l'azienda aveva rifiutato l'offerta di 30 dipendenti da subito pronti alla mobilità volontaria e al prepensionamento. Perchè non ha accettato? "Non si è arrivati ad un accordo perchè i sindacati non rappresentavano il mandato unanime dell'assemblea dei lavoratori". La Fiom si era chiamata fuori e Fim e Uilm non rappresentano la maggioranza degli addetti.

Per ricapitolare: da un lato, il presidio non va bene perchè c'è solo la Fiom (che è brutta, sporca e cattiva e non rappresenta tutti i dipendenti), dall'altro, al tavolo non mi ci siedo perchè Fim e Uilm non contano quasi un cazzo (e, va da sè, non rappresentano tutti i dipendenti). Risultato: Che mi frega? Io aspetto che passino 'sti due mesi e faccio quello che voglio. Vi sembra che l'azienda tragga vantaggi dalla divisione del fronte sindacale?
The Dark Side

CRITERI DEI LICENZIAMENTI - "Se il sindacato è convinto che l'azienda si sia mossa al di fuori della legge faccia ricorso" dicono i capoccia. I criteri dei licenziamenti - secondo i dirigenti - ripsettano i ternmini di legge. Si è tenuto conto dell'anzianità di servizio, di eventuali figli a carico e di indicatori numerici forniti dal computer in base alle informazioni raccolte sui singoli lavoratori. Sta di fatto che tra i licenziati c'è finito - per esempio - un 48enne con "30 di servizio a cui mancano ancora 7 anni prima della pensione e con una figlia a carico"... Domanda: Non sarebbe il caso di rivederli 'sti accordi?
Risposta: "Dire che non abbiamo rispettato i parametri di legge è una forzatura. Se qualcuno ritiene che i criteri siano sbagliati può fare ricorso (potrà sicuramente permettersi un buon avvocato ndC) e se vince potrà riottenere indietro il proprio posto di lavoro. Dal nostro punto di vista abbiamo fatto le cose in regola". Se la mettiamo su questo piano...

34 commenti:

La mafia è anche donna ha detto...

Lo piccola merda Messina Denaro non molla l'osso

Mafia ha detto...

Occhio a insultare che tanto sappiamo chi sei! Oramai anche la Mafia c'ha i suoi hacker che spaccano di brutto. Comunque per quanto riguarda la fabbrica di Visano noi non c'entriamo nulla, per lo meno direttamente, cosa volete che si dica: storie di ordinaria follia! Evviva i rivoluzionari che stanno al freddo e abbasso quelli che arrivano per l'aperitivo, che è come uno sputo in faccia.

MdC ha detto...

A SCANSO DI EQUIVOCI RIBADISCO IL CONCETTO:

LA PICCOLA MERDA MESSINA DENARO
LA PICCOLA MERDA MESSINA DENARO
LA PICCOLA MERDA MESSINA DENARO
LA PICCOLA MERDA MESSINA DENARO
LA PICCOLA MERDA MESSINA DENARO
LA PICCOLA MERDA MESSINA DENARO
LA PICCOLA MERDA MESSINA DENARO
LA PICCOLA MERDA MESSINA DENARO
LA PICCOLA MERDA MESSINA DENARO
LA PICCOLA MERDA MESSINA DENARO
LA PICCOLA MERDA MESSINA DENARO
LA PICCOLA MERDA MESSINA DENARO
LA PICCOLA MERDA MESSINA DENARO
LA PICCOLA MERDA MESSINA DENARO

rsk ha detto...

morale della favola...a pagare sono sempre gli stessi! c'è però da far notare una cosa...tempo fa quando l'industria era in crisi i sindacati confederati e no organizzavano gli operai che "calavano a ROma" a rompere le palle al ministero perchè contrattasse per conto loro e attraverso il supporto delle leggi con i caporioni manager fancazzisti italiani o tedeschi che fossero.
E' troppo facile dire oggi che i sindacati non ci sono più o non fanno più niente...è anche vero che i sindacati sono organizzazioni dei lavoratori verrebbe quindi anche da dire che la capacità. la volontà dei lavoarotri di organizzarsi non esiste più. Neanche per fare uno straccio di sciopero tutti quanti insieme e unire rafforzare le singole realtà in lotta che ormai sono migliaia...sbaglio? forse si, forse no!

Kowalski ha detto...

C' è anche un' altra differenza, però tra ciò che accadeva un tempo ed oggi.
Un tempo spesso si "scendeva a Roma" per contestare una crisi che, nella sostanza, non esisteva, se non come pretesto per non concedere determinati incrementi di stipendio ai lavoratori che, giustamente , li pretendevano.
Oggi credo che i lavoratori siano più scoraggiati, anche perchè si trovano di fronte ad una crisi assolutamente reale e devastante ed al centro di una gestione della stessa crisi, che è innegabilmente (anche loro lo percepiscono chiaramente) un prodotto connessioni fra industrie e finanziarie (spesso straniere) di fronte al quale non si sa davvero quale sia la via.

rsk ha detto...

andiamo...non credo sia così. Cioè sono daccordo che ci sia la crisi eccetera, però è vero che i diritti dei lavoratori crisi o non crisi rimangono sempre calpestati mentre i manager e i padroni come al solito se ne fottono...la mia era una provocazione, e prendendo spunto dalle tue parole, dico che a maggior ragione oggi nella situazione in cui si trovano la maggior parte dei lavoratori dovrebbe esserci una maggiore coesione una maggiore coscienza di organizzazione, per cosi' dire, di "classe". La crisi economica non è un meteorite caduto sulla terra è frutto dell'economia stessa e quello che non si capisce ripeto è perchè debbano pagare sempre gli stessi...scometti che lo stipendio di mr.Kartofen, dirigente della thyssen, in questi due anni non è diminuito di una virgola?

Collettivo anti cravatta ha detto...

Abbasso i manager

rsk ha detto...

Lo so, ahime, questo non è un tema che appassiona la gente...i giornali sono piuttosto pieni di allarmi preventivi sui raffreddori di stagione o sulle identità più o meno nascoste di uomini-donna, transessuali,veline e pagliacciate varie.
Ma questa è fuffa. I lavoratori della thyssen e di altre migliaia di fabbriche, imprese e aziende che stanno chiudendo in Italia sono il motore dell'industria italiana che guarda caso è il motore dell'economia del belpaese...perciò dovrebbe tornare ad essere centrale e importante. Va da sè che per ottenere attenzione e interesse (soprattutto a chi nn te le vuole dare, e qui ci metto dentro il nostro governo) bisogna fare rumore, alzare il livello d'attenzione, l'impressione è che a livello locale questo stia accadendo però poi non passa su scala nazionale. E' un pò come la camorra in Campania, solo gli abitanti di quella regione sanno che ogni giorno ci sono due otre morti ammazzati...ma il resto del paese non lo percepisce, perchè?

Il lavoratore come concetto ha detto...

Che la crisi non passi in tutta la sua portata su piano nazionale è innegabile.
Come che i top manager (leggasi: "Piacere, sono la Crisi") troveranno certo il modo di starne fuori.
Il peggio che gli può capitare è un anno sabbatico alle Mauritius, aspettando che il sistema riparta.
Sottolineo "top manager", ovviamente, perchè non bisogna dimenticarsi che il numero di responsabili (leggasi pop manager?) di uffici tecnici, commerciali, amministrativi, acquisti, produzione, logistica di tante grandi aziende che stanno finendo ugualmente per la strada è inimmaginabile.
Gente che, ok, prende spesso un po' più di un operaio, ma non certo abbastanza per campare più di 4 mesi con famiglia a carico, senza paga, in una realtà come quella che viviamo (leggasi: se vendi una pizza a 8,50 euro ti meriti di crepare, non di prosperare).

Non so invece se sono d' accordo sul discorso padroni...Esistono ancora questi padroni? In molti casi mi sembra il problema stia proprio nel fatto che non ci sia altro padrone che una finanziaria dispersa in chissà quale punto del globo (leggasi: finanzieri senza scrupoli dispersi chissà dove nel globo e infauste finanze disperse si sa benissimo dove), anzichè quei vecchiacci burberi vecchio stampo strappati all' agricoltura dal tondino, che forse un minimo d' umanità in più, in certe situazioni, avrebbero dimostrato di averne.
Cioè leggasi: "Sa ria mia al panitù che gent! Tuc a baita! Oh, ma spiass...", anziché: "Tutti gli accordi sono stati firmati regolarmente e volontariamente dal lavoratore" (...il lavoratore come concetto?) e "Se qualcuno ritiene che i criteri siano sbagliati può fare ricorso e se vince potrà riottenere indietro il proprio posto di lavoro".

E se 'nvece ve mannamo tutti affanculo?
Sa com'è...famo prima...

LSP

LSP ha detto...

PS:

Comunque.

A chi volesse fare ricorso ricordiamo che i traduttori bisogna protarseli da casa.

Grazie.

rsk ha detto...

beh il padrone cambia aspetto è chiaro...ma il suo concetto resta, più vivo che mai, il problema è che oggi sono più protetti più liberi di fare quello che gli pare perchè spesso vengono da un altro paese da un altro mondo e nessuno gli impone diritti e doveri...anche l'italia sta diventanod una ZOna Franca?...beh allor ain questo caso la responsabilità è fin troppo evidente...

rsk ha detto...

beh il padrone cambia aspetto è chiaro...ma il suo concetto resta, più vivo che mai, il problema è che oggi sono più protetti più liberi di fare quello che gli pare perchè spesso vengono da un altro paese da un altro mondo e nessuno gli impone diritti e doveri...anche l'italia sta diventanod una ZOna Franca?...beh allor ain questo caso la responsabilità è fin troppo evidente...

LSP ha detto...

Beh, diciamo che quando dei top manager arrivano in Italia per essere interrogati in merito ad una immane tragedia successa in una loro azienda e se la cavano perchè nessuno aveva pensato a chiamare un traduttore, il nostro sistema non mostra certo i denti.
Più che zona franca siamo proprio in zona Franco Franchi*...


(*...e mai si manchi di rispetto a Franco Franchi, è solo per dire che per far quadrato manca appena che la prossima volta che vengono muoviamo le orecchie e gli facciamo "Cicciooooo, Cicciooooo...")

francoeciccio ha detto...

va bene allora tu porta ciccio
che io porto franco

persona deformata dai fatti ha detto...

oggi ho visto sgrufolino rolfi per strada e gli ho fatto il verso del porcello per farlo sentire a casa, ma lui non se ne è accorto...
pazienza.

Rufus... sgrunf sgrunf

LSP ha detto...

Avendo letto tutti i vangeli, mi chiedo cosa risponderebbe Gesù, se gli chiedessero che pensa del fatto che la sentenza di una corte europea ha sancito di togliere una statuetta che lo rappresenta crocefisso, in scala 1 a 20, dai muri delle classi italiane...

Senz' altro chiederebbe: "Scusi, ma chi ce li aveva messi?"

Gesù Griffin ha detto...

AHAHAHAHAHAHAHAHAH!

wikipedia ha detto...

Vive a Brescia da ormai più di trent’anni, sindacalista dei metalmeccanici della Cgil fin dal 1974, ha legato il suo nome ad un’intensa stagione di conflittualità nelle aziende della provincia bresciana, gestendo, da segretario della Fiom provinciale dal 1981 al 1988, un periodo non certo facile per il sistema industriale bresciano, segnato in particolare dalla profonda crisi della siderurgia, nonché dalle difficoltà e dalla chiusura di alcune storiche aziende.

Laureato in Scienze politiche a Bologna, dopo le prime esperienze nel sindacato della scuola del capoluogo emiliano, arrivò a Brescia nel 1974 per un incarico all’interno del progetto delle «150 ore», realizzato dall’allora unitaria sigla dei metalmeccanici, la Flm, per la formazione ed il conseguimento d’un titolo di studio da parte degli operai bresciani. Gli anni Ottanta l’hanno visto indiscusso protagonista degli scontri sindacali in numerose aziende, a cominciare da quelle del cav. Luigi Lucchini; polemiche furiose, confronti accesi, scontri durissimi, legati non solo all’organizzazione del lavoro ed al salario, ma pure al ruolo del sindacato in azienda. E su quest’ultimo versante non mancarono, in quegli stessi anni, discussioni serrate e non meno crude polemiche, anche con le altre componenti del sindacato, in particolare con la Fim di Marino Gamba e la Uilm di Piero Imberti, nonché con la Cisl di Aldo Gregorelli e Diego Peli.

Dopo la lunga parentesi bresciana ha iniziato l’esperienza dei vertici nazionali di categoria, quindi quella non meno intensa della Fiom torinese ed oggi è nuovamente a Roma da segretario nazionale dei metalmeccanici della Cgil. Il profilo sindacale non è però l’unico interessante nella biografia di Giorgio Cremaschi; è stato infatti nel PCI fino allo scioglimento e, come sottolinea, «dopo un lungo periodo senza tessera», da alcuni anni è iscritto («semplice iscritto» tiene ancora a precisare) a Rifondazione comunista. Un semplice iscritto che, però, anche nel Congresso del 2005, è stato a più riprese indicato, e non solo dai giornali, come uno dei pochi possibili successori di Fausto Bertinotti alla guida del Prc; ipotesi in seguito definitivamente tramontata.

Ha mantenuto la residenza a Brescia pur vivendo buona parte della settimana a Roma ed il legame con la città e la provincia non è mai venuto meno, non foss’altro perché nel week end torna in famiglia: abita nel quartiere di San Bartolomeo, con la moglie Laura Tonoli (segretaria dei tessili della Cgil) e le due figlie di 22 e 7 anni.

Dal 2005 è leader dell'area programmatica interna alla Cgil denominata Rete 28 aprile.

Nel 2007 è stato (assieme a Marco Revelli, Gino Strada, Noam Chomsky, Ken Loach ed altri), tra i firmatari di un appello di solidarietà nei confronti del senatore di Rifondazione (ora di Sinistra Critica) Franco Turigliatto, espulso dal suo partito per non aver votato il rifinanziamento alle missioni militari voluti dal Governo Prodi II.

x piero piccioni ha detto...

prima di Natale arriva Luponero ma quando finisce PIERO PICCIONI?

rsk ha detto...

non voglio fare il demagogo ma allora cosa dovrebbero dire gli operai in cassa integrazione?

leggere allegato e poi rispondere!

Lee Scratch Perry ha detto...

Riguardo al link postato qui sopra da RSK:

"...il ministro Bondi gli ha affidato un incarico in più: «Consigliere per lo studio e l’approfondimento delle possibili iniziative volte alla promozione ed alla valorizza­zione del patrimonio culturale ed artistico italiano nel terri­torio del Consiglio di Cooperazione per gli Stati Arabi del Golfo..."

Ma che è?

Signori, Mi autonomino immediatamente:
"Gran Pulcinella del Poffarbacco per l' approfondimento della Defecatio nell' ambito del Fluorilegio per l' innovazione del Gran padiglione delle Plurime Arti Fallico-Sociali italiane all' interno del territorio del Giureconsulto del Gran Pennacchio per la promozione dei Salamelecchi nei Rapporti con le Civiltà Paleo-Esotiche Indiane nei Mari di competenza della Compagnia di 'ste minchie!"

Tiè!

MdC ha detto...

voto all'unamidità...
favorevoli tutti
contrari nessuno
assenti beh si sa...i soliti!

Lee Scratch Perry viene nominato
GPDP (gran pulcinella del poffarbacco)...questo gl da il diritto di presentarsi presso MURO DI CANI anche con questo ALIAS...mizzeca!!!!!!

Gian Pinuccio Delazione Pasticci ha detto...

Cazzo era la mia sigla quella...

Gian Mario Varicella dei Marchesi Precisini di Stracciabudella ha detto...

Mi ha colpito particolarmente la dicitura: "Consiglio di cooperazione per gli Stati arabi del Golfo"

Area geografica all'interno della quale il Barbarella dovrebbe ricoprire la carica di Consigliee (di sti cazzi) "alla promozione ed alla valorizza­zione del patrimonio culturale ed artistico italiano nel terri­torio"... suddetto tale.

Fanno parte degli stati del Golfo:

Arabia Saudita
Oman
Emirati Arabi Uniti
Kuwait
Bahrein
Iraq
Iran

Luca Sbarbatella non avrà dunque alcuna competenza per i beni culturali in paesi limitrofi quali Turchia, Siria e Giordania (per restare in tema di stati arabi nella zona). Per questi ultimi forse la carica consigliere è già occupata.

Mi chiedo e rivolgo dunque la domanda alla Posta del Cane: quante e quali sono le "ricchezze" del patrimonio culturale ed artistico italiano nelle zone sopracitate?

La Posta del Cane ha detto...

* Servizio a cura di "Telerispondo Subito" Srl, 20102, Perlomeno Gavazzate (MI) - la Seguente Risposta è stata pre registrata e inviata automaticamente dal gestore del servizio. Non è possibile ottenere spiegazioni in merito per qualsivoglia motivo.


Risposta MdC: "Vai a stracciare la minchia in Kirghizistan"

Consolato Kirghizo in Italia ha detto...

anche noi gentili signori Cani abbiamo i nostri bei problemi e comunque il nostro è un bellissimo paese...perchè volete rovinarcelo?

luttazzi ha detto...

e ruttazzi

Sir G.P.D.P. Lee Scratch Perry ha detto...

Quale neo eletto "Gran Pulcinella del Poffarbacco per l' approfondimento della Defecatio nell' ambito del Fluorilegio per l' innovazione del Gran padiglione delle Plurime Arti Fallico-Sociali italiane all' interno del territorio del Giureconsulto del Gran Pennacchio per la promozione dei Salamelecchi nei Rapporti con le Civiltà Paleo-Esotiche Indiane nei Mari di competenza della Compagnia di 'ste minchie" invito tutti alla calma.

Sir GPDP Lee Scratch Perry ha detto...

E aggiungo:

(Da Wikipedia:)
"Il polpo è considerato uno degli invertebrati più intelligenti, è stato per esempio dimostrato che il polpo comune ha la capacità di apprendere se sottoposto a test di apprendimento per associazione e osservando gli altri della sua specie, capacità che era stata dimostrata solo su alcuni mammiferi.
Una volta pescato è in grado di guadagnarsi la libertà uscendo per i boccaporti delle navi. Sottoposto a test durante i quali gli è stata somministrata una preda rinchiusa in un barattolo, il polpo ha dimostrato di essere in grado di aprire il barattolo per raggiungere il cibo."

Ecco perchè, pur ponendomi contro l'idea di un premier eletto dal popolo, sono assolutamente favorevole ad un premier eletto dal polpo.

Grazie per l' attenzione.

Philippe Daverio ha detto...

Finalmente della cultura

filippo davvero ha detto...

della ver Kul_tura

LSP ha detto...

«Quante volte va­do il lunedì a trovarlo senza che nessuno lo sappia. Lo chiamo sempre Presidente, mai Silvio, neppure la notte quando lo so­gno ». (Emilio Fede alla festa per i suoi 20 anni a Mediaset. Cordoglio e sentita pena per tutti quei poveri giornalisti che sono stati obbligati dalle loro testate a sorbirsi una schifezza simile per scriverci un articolo. Dettagli nel link. Un consiglio, però: non cliccateci sopra, se ci pensate bene, in questo caso, che cazzo ve ne può fregare dei dettagli)

Ad ogni modo...Poche persone sono riuscite a suscitarmi così tanti interrogativi, uscendosene con una sola frase e per giunta tanto breve...
E cioé:

Il lunedì???

Senza che nessuno lo sappia perchè? Ma chissenefrega!

Ma poi:
Lo chiamo sempre Presidente, mai Silvio?

Ma soprattutto...
lo sogni?

miao ha detto...

direi che invece è questa la notizia del giorno...

MdC ha detto...

Ci si può anche pentire - in parte, mai del tutto - di quello che si scrive.

Rileggendole, forse le considerazioni su Giorgio Cremaschi sono un po' esagerate. Certo non è lui il problema.
E' una persona sicuramente colta, ma che in quel costesto OGGI sembra un po' fuori luogo. Come facesse parte di un mondo che in realtà si è allontanato dalla vita dei lavoratori.

Così mi è sembrato.