Cara è la fine...ci annusano ormai,sentono il lezzo del panico che spruzza in freddi sudori il terrore che c'è.Non glieli daremo per ungersi dei nostri mali stillanti le mani avide:che ci tocchino morti, secchi e gelidi.Oh, non piangere,urla piuttosto e lasciamo di noi un ricordo toccante.Stringiti a me,ringhiagli addosso e poi sparami mentre io sparo a te.Dieci pistole spianate e dieci sguardi ruvidi e tesi che puntano qui dentro l'auto, e la corsa finisce così. Cara è la fine...perdonami.Oh, non piangere,urla piuttosto e lasciamo di noi un ricordo toccante. Stringiti a me,ringhiagli addosso e poi sparami mentre io sparo a te. Ci vogliono vivi e colpevoli...ma che vita è una cella? Avremo di più:quella stella che un giorno mi donasti, lassù.Oh, non piangere...

domenica 5 aprile 2009

Caro pianeta, ieri è NATO un cretino

Citizens of the Earth, we apologize for our Prime Minister
he has got a lot of psicological problems, everybody hates him

Era davvero al telefono con il primo ministro turco Erdogan, Sibilo Orecchioni al momento del suo arrivo alla cerimonia per i 60 anni della Nato? (nella foto a lato pare evidente, almeno fino a quando non dovesse giungere smentita, che c'ha due orecchie impressionanti).


Se sì, perchè il suo prezioso apporto diplomatico non è stato menzionato dallo stesso Erdogan quando ha ringraziato la mediazione (non mediatica) di Barack Obama? Resta una sola verità: Durante la telefonata gli altri leader hanno osservato un minuto di raccoglimento in onore delle vittime di tutte le guerre. Silvio no. Era al telefono...
In realtà - diciamocelo pure - non è che ci sia tutto sto gran bisogno di Mr. Orecchioni.

D'altra parte però i sopralzi del consenso drogato, cominciano a scricchiolare, e Sciattoloni ha bisogno di pubblicità... gratuita se possibile...
Il sovrano degli stronzi preferisce che si parli delle sue arcinote gaffes (cazzate. puttanate, figure di merda, vergognose violazioni del protocollo, ma che gli frega, delle regole se ne sbatte altamente). Meglio che gli italiani parlino delle minchiate del padrino piuttosto che della rovina di questo ignobile paese. Il Tappo dal padiglione retrattile fa orecchie da mercante. E che orecchie... Poverino, pensa che tutti ce l'abbiano con lui. E allora si scaglia contro i giornali di tutto il mondo, colpevoli - come al solito - di distorcere la realtà. Non potrebbe inventare una serie di scuse nuove? Così, tanto per variare.

MdC prova a fornirgliene alcune:

  1. "scusate ma, a volte perdo il controllo e mi capita di dire o fare cose che poi non ricordo"
  2. "scusate ma, mi drogo"
  3. "scusate ma, devo scopare ... donne! datemela, subito!"
  4. "scusate ma la scimmia che curava la mia immagine è appena deceduta"
  5. "scusate ma, mia moglie mi odia, si ubriaca e poi mi frusta con la cinghia"
  6. "scusate un attimo... devo fare una telefonata"

Portatelo via ...per favore, portatelo via!

15 commenti:

titanic ha detto...

Per una volta voglio essere un pò "estremista"...ieri in Italia la CGIL ha dato una grande prova di forza a Roma, il movimento si è ritrovato tra Londra e Strasburgo. Il malessere e la protesta montano in Italia come in Europa...la crisi sta sfuggendo dal controllo.
Il fato che la NATO "festeggi?!" e che un giullare di corte faccia la sua figura di merda è assolutamente secondario. Noi però ci caschiamo, abbocchiamo e invece di parlare di queste notizie secondo me ben più importanti ci facciamo oscurare dalle solite pantomime di al Cafone...mah forse stiamo esagerando?

Oppo ha detto...

Le reazioni della destra alla grande mobilitazione della Cgil erano così prevedibili che avremmo potuto riferirle con un mese di anticipo. Mancano solo gli insulti di Berlusconi, impegnato anche ieri nel suo personale reality da maleducato planetario, disturbatore dei consessi internazionali. Per parte sua ha parlato Brunetta, che ha la stessa statura fisica e mentale. E infatti ha copiato una vecchia dichiarazione del capo, secondo il quale i lavoratori che protestano «fanno una scampagnata». Più politica la dichiarazione fatta in anticipo (alle 8 del mattino a Omnibus) da Bocchino, che, prevedendo il successo della manifestazione, ha sibilato con rabbia queste parole: «La Cgil lavora per noi, perché divide il Pd, divide i sindacati e divide l’opposizione». Ergo: la maggioranza considera un suo preciso obiettivo la divisione dei sindacati, quasi che chi rappresenta gli interessi dei lavoratori fosse un nemico da abbattere per il governo di una Repubblica fondata sul lavoro.

slogan ha detto...

Fuori la Nato dalla storia
Fuori Berlusconi dal sistema solare

sputtanarlo ovunque ha detto...

sputtanarlo ovunque
fare aprire gli occhi
all'europa
è finito
è finito

Vomitevole ha detto...

in realtà è solo insofferenza alle regole.
E' un vero ribelle come james dean

a me tutto il banco ha detto...

altro diktat? piermerda se la prende di nuovo con la stampa...quel 10% che non è suo direttamente e con la televisione, cioè con sky! insomma è rimasto un barlume latente e "non in chiaro" di informazione in Italia ed ecco che pure quella si vuole mangiare...tra l'altro devo far notare la deriva di un canale da sempre baluardo della professionalità quale raisat24 (storica inchiesta sull'uranio a Nassyria...etc etc)...ahinoi ahinoi al peggio non ci sarà fine?!

Dott. Kurtz ha detto...

Una domanda diretta in particolare a Titanic: mi piacerebbe capire cosa intendi a proposito del successo del "movimento"... Perchè se è vero che qualcuno organizza sistematicamente i gruppi e le azioni che immaginiamo connesse alle proteste tipo del g20, bè allora ci sarà pure un fine. O quanto meno un percorso. Sono molto curioso al riguardo, perchè mi piacerebbe capire che c'è un progetto intelligente al quale prestarsi... chennepensi

Uno stupido coglione ha detto...

Io sono scettico riguardo a questo "progetto".
La forza di un movimento ha sempre avuto necessariamente bisogno di confluire nello sguardo e nelle parole di un leader carismatico, o anche di più leader carismatici, per avere successo.
Ma putroppo i leader di questo movimento non riescono mai, dico MAI, a sembrarmi all' altezza della folla che hanno davanti.
Si sentono sempre solo frasi non meno populiste di quelle del nemico, perchè sembra si miri semplicemente, allo stesso modo, al boato contingente della folla.
Di chi è già lì. E invece, gli occhi di un leader vero dovrebbero guardare oltre chi è già lì, ed avere la forza, in quel frangente, di parlare a chi lì non c'è.
Oltre a questo: un leader, qualsiasi vero leader, è in grado di prevedere i trabocchetti degli avversari ed ha sempre un piano.
E dovrebbe sapere che la battaglia dell' informazione è il punto chiave di qualsiasi altra battaglia esistente ad oggi.
E questa battaglia fondamentale non può limitarsi a urlare come stanno le cose, ma a cercare tutte le vie possibili (sì, anche le più sporche) per diffondere l'idea di come stanno le cose.
Non è la stessa cosa e questo il movimento dovrebbe capirlo.
Se il messaggio che passa non è quello giusto, non conta quanto hai urlato e quanta gente c' era, perchè questo diventa solo un rito di autocompiacimento.
E, nel frattempo, hai perso.
E allora non sei un leader, non avevi un piano, ed io ho tutte le ragioni di essere scettico sul progetto.

Kurtz ha detto...

Sono d'accordo con quello che dice lo "stupido coglione", anche se mi sento un po' incolpa per chiamarlo in questo modo... Vorrei fare un passo in più: se una lezione viene dall'America è l'importanza del leader. In fondo l'importante è che il leader stesso non ponga se stesso come il principale argomento di dibattito (giuro non parlo di Fico Beccaccioni) sennò di scade nella demagogia e nel personalismo.
Nulla di male se ci sta un po' di sana competitività personale che stimola il leader a migliorarsi: anzi senza una buona dose della GIUSTA competitività nessun leader diventa un grande leader. Il che ci porta a disegnare unipotetico identikit del futuro leader della sinistra italiana, perchè dobbiamo sperare che un goirno arriverà la persona giusta, non è un lusso è una necessità impellente.
Magari sei tu "stupido coglione"!
un consiglio:cambia nickname, valà

Cane sciatto ha detto...

Sogno un mondo senza stupidi leader

Lee Scratch Perry ha detto...

Mi chiedo cosa ci sarà dopo Berlusconi.
Berlusconi non è altro che l' incarnazione stessa di un sistema. Un sistema nel quale la politica è serva di determinati potentati economici che la controllano. Una politica debole. Obama, fra le prime cose che ha fatto, ha intimato il presidente di una grandissima casa automobilistica a dimettersi ed ha praticamente imposto alla Crysler un accordo con la FIAT. Scelte giuste, sbagliate, boh...Scelte nelle quali, comunque, la politica si impone su soggetti chiave dell' economia. Da noi avviene l' esatto contrario da anni. In questo senso Berlusconi è inconsapevolmente onesto. E' il primo che c' ha messo la faccia.
Non c' è più, come prima, il Craxi con dietro il Berlusconi, il tal dei tali con nascosto dietro l' Agnelli, quell' altro che era lì a fare gli interessi di De Benedetti...C' è Berlusconi, davanti e dietro.
E' quasi più onesto, il sistema non viene più nascosto, il sistema si rivela per ciò che è. Il sistema ci mostra la faccia..Fa solo più incazzare, ma non so se la dinamica sia migliore o peggiore di quanto c' era prima.
Mi chiedo dunque cosa ci sarà dopo Berlusconi.
Se il cambiamento sarà semplicemente che il sistema tornerà a nasconderci viscidamente la faccia per farci incazzare meno, ricordiamoci solo che dovremo incazzarci assolutamente di più.

Uno stupido coglione.

piano casa ha detto...

La natura è stata più svelta del governo e ha presentato il suo piano casa. È una fortuna che gli edifici crollati non fossero stati ancora ingranditi del 20-30 per cento, secondo i dettami del Cavaliere e dei suoi corifei, altrimenti il bilancio dei morti sarebbe più cospicuo. E non osiamo immaginare il bilancio dei danni se, nel paese più sismico d’Europa, fossero già in piedi le cinque centrali nucleari e il Ponte di Messina (una delle zone più martoriate da terremoti) minacciati dal governo. Per capire in che mani siamo, ecco un comunicato della Protezione civile (1° aprile 2009): «Ieri si è riunita all’Aquila, nella sede della Regione Abruzzo, la Commissione Nazionale per la Previsione e la Prevenzione dei Grandi Rischi… per fornire ai cittadini tutte le informazioni disponibili alla comunità scientifica sull’attività sismica delle ultime settimane in Abruzzo: attività che viene costantemente monitorata, pur non essendoci nessun allarme in corso». Il vicecapo della Protezione civile, Bernardo De Bernardinis, filosofeggiava: «Bisogna saper convivere con le caratteristiche dei territori». La «comunità scientifica» confermava «che non c’è pericolo perché il continuo scarico di energia riduce la possibilità di eventi particolarmente intensi». Quanto all’allarme di Giampaolo Giuliani, tecnico dei laboratori del Gran Sasso, su un imminente «terremoto disastroso», Guido Bertolaso si scagliava contro «quegli imbecilli che si divertono a diffondere notizie false», chiedeva una punizione esemplare e denunciava Giuliani per «procurato allarme». Ecco, siamo in buone mani.

x Kurtz ha detto...

Temo che il problema non sia l’incapacità progettuale della sinistra, ma l’incapacità progettuale dei nostri intellettuali che mostrano una pochezza veramente sorprendente. Da qualche tempo gli intellettuali italiani di sinistra cominciano a domandarsi se Berlusconi non sia un uomo assai più interessante e assai più moderno di quanto si pensi, e lamentano una sinistra che non avrebbe le caratteristiche carismatiche e di comunicazione che può invece vantare il nostro premier.

Ha cominciato Alessandro Baricco dicendo che il cavaliere «è riuscito a rivoluzionare gli schemi, a cambiare la partita. Mentre noi eravamo attardati a dire: no, non vale, lui vinceva le elezioni». E ora sono scesi in campo gli altri, dalle colonne del “Corriere della sera”. Più o meno pasionari della politica e della sinistra, tutte persone perbene, certo, ma un po’ arrugginite nel ragionamento culturale e politico. Il regista Gabriele Muccino è d’accordo sul modo rivoluzionario di gestire la politica di Berlusconi. L’attrice Sabrina Ferilli, nota da sempre per il suo cuore che batte a sinistra, ha un moto di riflessione degno di Roland Barthes: ««A sinistra abbiamo troppi cacadubbi. Tutti lì a partire da Adamo ed Eva, ad analizzare. Ma. Però. Se. Forse. Per questo, il nostro è stato un suicidio. Mentre il buon Cavaliere andava avanti, veloce come un treno. Berlusconi è capace di muovere, muovere, muovere», e il “cacadubbismo” è certo categoria della politica che troviamo anticipata già dalla scuola di Francoforte, come è noto a tutti.

Gino Paoli, che quando canta è meglio, si spinge in un ragionamento degno Ernst Jünger: ««Si ricorda cosa disse Antonio sulla tomba di Cesare? Che lui si assunse la responsabilità di tutto. Lui fece. Il problema è che però Cesare era un dittatore. Per quanto... Io sarei disponibilissimo alla dittatura. Ma di un saggio vero. Che mi dia la sicurezza di non diventare un figlio di puttana».

Marisa Laurito, mostra di essersi ripassata la “Psicologia delle masse” di Gustav Le Bon (che non è leader dei Duran Duran, di questi tempi è meglio avvertire, anche quando ci si rivolge agli intellettuali) e dice: ««È un leader, uno con il segno del comando e del carisma. Se sia un grande politico, non lo so: ma certamente è fattivo. E proprio in questo, la differenza con la sinistra spicca».

Cosa aggiungere a questa alta galleria di filosofi della politica? Forse il vecchio detto che da queste parole si capisce che in Italia non ci sono buone scuole, che un po’ di diritto civile e penale, i codici di procedura, la carta costituzionale, più qualche buon libro, di quelli che tutti farebbero bene a leggere aiuterebbe. Berlusconi è quello che sappiamo. Non ha niente di moderno. Anzi, è un politico vecchio. E se riesce a comunicare in modo così efficace, magari il merito è in un sostanziale monopolio sulle televisioni. Berlusconi le regole le cambia di solito a suo vantaggio, come è noto. E se la sinistra si trova a discutere, è perché i suoi cambiamenti sono assai sorprendenti, per usare un eufemismo. Rimane soltanto una figuraccia imabarazzante, di tutti i nostri cari intellettuali: che hanno perso un’occasione per capire un po’ meglio. E poi dicono che la nostra cultura è in crisi.

col. Crunch ha detto...

per lo "stupido coglione": losapevocheeritu...

riporterei per intero tutto il paragrafo di wikipedia riguardo Gustav Le Bon, dato che mi sembra significativo. Magari non l'ha studiato la Marisa Laurito, ma non mi stupisce, dovrebbe? Intanto i molti riferimenti a grandi personaggi del presente e del passato sono il segno di una buona cultura generale, ma questo aumenta il distacco tra Gustav Le Bon e Marisa Laurito (come se non bastasse.
Si tratta di scegliere tra sfruttare gli ingredienti già presenti sulla tavola per creare un nuovo entusiasmante capolavoro culinario ....ma quale?
Andiamo per esclusione: non dovrebbe essere apertamente cucinato sulla base di alcuna presupposta ideologia politica, ma spaziare nello spirito dell'esigenza di qualunque uomo o donna. Non deve inquinare. Non dovrebbe assomigliare a nulla che si conosca già. Deve vere la palle di cambiare se stesso, per sua stessa costituzione: un risotto biosfera.
si accettano suggerimenti (meglio se decostruttivisti)

Lee Scratch Perry ha detto...

A onor del vero va detto che anche intellettuali un po' migliori dei citati non hanno risparmiato critiche alla sinistra per ciò che è diventata, e questo molto prima dei vari Baricco e Muccino.
Emblematici sono in tal senso il Moretti che urla "D' Alema dì qualcosa di sinistra...", e infine disperato: "D' Alema dì qualcosa!" e il celebre Rutelli di Guzzanti che in ginocchio piagnucola: "Berlusconi, ricordati degli amici!".
Sono ormai immagini di un bel po' di tempo fa...recepì qualcosa la sinistra da questi segnali? Perchè ogni tanto risalta fuori 'sto uomo dell' 800 (a proposito di politici vecchi) di nome D'Alema e, nel frattempo, Guzzanti è diventato un desaparecido?
Perchè devo quasi avere nostalgia di Padre Prodi?
Va bene il potere delle Tv, ma ci sono tante cose...c' è qualcosa che non va, se buona parte dell' elettorato operaio del nord si è spostato verso la Lega, qualcosa che in questo caso non mi sembra così legato al potere mediatico di Cavalier Orecchia.
Qualcosa che forse avrebbe potuto essere evitato, se nell' arco di questi anni la sinistra avesse recepito un po' di più i segnali inviatigli proprio dai propri intellettuali, e poi sistematicamente confermatigli anche dalla gente con il voto.
La sordità ha contribuito a cancellare la sinistra radicale ed ha reso agonizzante quella moderata, quanto il rincoglionimento da "Buona Domenica" e "Studio Aperto".
Mi sembra che questa verità, con tutta la buona volontà, non possa essere negata.